LA GREEN ECONOMY COME DRIVER PER USCIRE DALLA CRISI IN PROVINCIA DI RAGUSA

Superare la crisi puntando sulla green economy, non come un “settore” dell’economa ma piuttosto, come un nuovo modo di governare, organizzare, produrre e distribuire.  Gli Ecologisti democratici e il Partito democratico hanno le idee chiare su come i temi legati all’ambiente e alla green economy possano rappresentare gli assi portanti del nuovo progetto di rinascita economica per la Sicilia e soprattutto per la provincia di Ragusa. Perché c’è la necessità di legare i temi dello sviluppo, dell’occupazione a scelte politiche fortemente caratterizzate da proposte progressiste  e innovative per la governance dell’economia nei prossimi anni. Dove le città della provincia di Ragusa dovranno avere un ruolo centrale, indirizzando le politiche locali verso la riduzione dell’inquinamento atmosferico, promuovendo progetti concreti di mobilità sostenibile, prevedendo gli acquisti verdi nella pubblica amministrazione (almeno il 30% di prodotti devono provenire dal riciclo delle materie prime), puntando sull’efficienza energetica, la bio edilizia. A partire proprio dalla nostra provincia, una terra che prima di altre, ha le carte in regola per essere un modello di conversione green del tessuto diffuso di piccole e medie imprese, e trasformarsi in nuova frontiera delle energie rinnovabili. Non solo per la sua posizione geografica, infatti nel 2011 sono stati installati impianti per una produzione di circa 162 MW di energia elettrica da fotovoltaico. Nella Sicilia dei tristi primati in negativo, infatti, esistono degli esempi di eccellenza. La provincia iblea infatti, è quella le con più basse emissioni di CO2 nel settore residenziale con solo 1,2 tonnellate per famiglie.

Il settore floricolo ha ridotto di un terzo i consumi energetici utilizzando moderni sistemi di cogenerazione. In agricoltura si registra il boom di prodotti di origine biologica, raggiungendo il terzo posto in Italia, e sono circa duecento le piccole e medie aziende che hanno la certificazione ISO 14.001. Esempi importanti di certificazione ambientale sono presenti nel distretto della trasformazione del marmo e nel proliferare di imprese orientate al turismo sostenibile. Numeri che tracciano l’immagine di una privincia che pur tra contraddizioni e difficoltà è protagonista oggi di un’originale interpretazione e declinazione della green economy e confermano come l’economia verde rappresenti quel “new deal” su cui scommettere. Utilizzare un nuovo paradigma economico fondato sulla sostenibilità ambientale un nuovo sistema che ha bisogno di investire sul capitale umano e che potrebbe portare solo in Sicilia duecento mila posti di lavoro e nuove figure professionali. L’economia verde può rappresentare una chiave straordinaria per rigenerare interi comparti del manifatturiero. Nella provincia iblea potrebbero essere creati oltre 2000 posti di lavoro in 5 anni, nei settori del riciclaggio dei rifiuti (130.000 tonnellate di rifiuti oggi vanno smaltiti in discarica) dell’efficientamento energetico degli edifici (aiutando il settore edile a superare la difficile fase di crisi) e nella manutenzione del territorio. Il trenta per cento delle aziende italiane del settore hanno investito in tecnologie verdi, riuscendo a intercettare nuovi segmenti di domanda, alzando con innovazione e creatività lo standard della qualità questo deve avvenire anche nel nostro territorio. La green economy cammina sulle gambe di chi lavora e produce ma deve essere sostenuta e orientata da politiche pubbliche atte ad agevolare queste nuove sfide: efficienza energetica, difesa del suolo, rifiuti, mobilità. Ruolo decisivo avranno gli enti locali che grazie all’economia verde potranno avviare e una spinta anticiclica in questa fase recessiva.

Il Por 2007/2013 della Sicilia destina al settore delle rinnovabili 330 milioni di euro, di  cui solo il 35% è stato utilizzato ad oggi. Il precedente programma operativo 2000/2006 prevedeva trecento milioni di euro tutti spesi, ma senza raggiungere gli effetti sperati. 

Green Economy sono anche le tante potenzialità offerte dalla filiera dei rifiuti per la crescita dell’occupazione e delle imprese, ma solo se verrà estesa e rafforzata la raccolta differenziata, il riuso, il riciclo, il recupero e dagli acquisti verdi nelle pubbliche amministrazioni finalizzate anch’esse a sostenere l’intera filiera. Sarebbe interessante che a livello provinciale venisse istituita, nel contesto del tavolo provinciale per lo sviluppo una cabina di regia unitaria e coordinata in materia di pianificazione e attuazione di iniziative in campo energetico per la green economy che rappresenti il punto di sintesi della linea politica degli enti locali e di tutti i rappresentanti dei settori produttivi al fine di utilizzare al meglio le risorse economiche messe a disposizione dall’UE e orienti concrete politiche pubbliche e iniziative private nella direzione della trasformazione ecologica dell’economia iblea.

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