È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA CULTURA SI MANGIA!
26 Set 2013 19:42
La ragione fondamen per cui, fino al secolo dell’illuminismo e alla sua rivoluzionaria considerazione della cittadinanza universale, il popolo era tenuto nella più bieca ignoranza (anche attraverso meccanismi sociali di esclusione), era esattamente questa: doveva essere carne per gli appetiti del re, massa indistinta per l’esercizio della funzione divina di governo.
Molto prima che il capitalismo sdoganasse l’individuo e lo riciclasse/triturasse nel mixer del consumo, l’ignoranza del popolo – sopravvissuta abbondantemente alle migliori intenzioni dei teorici e dei politici dell’illuminismo – era e doveva essere una condizione necessaria per il mantenimento dello status quo, il quale ultimo doveva riprodurre in terra l’ordine immoto dei cieli.
Il novecento è stato il secolo dei grandi mali ma anche delle grandi rivoluzioni: la piena realizzazione del sogno illuminista della cittadinanza universale, ovvero del diritto individuale alla propria auto-determinazione, ha allargato a dismisura l’area della fruibilità culturale, rendendo di fatto mobile il confine fra le classi.
Il concetto che la cultura “non si mangia”, espresso recentemente da qualcuno che evidentemente non ama molto la cultura, riafferma il principio della separazione fondamentale fra una parte dell’umanità che, soddisfatti i bisogni primari della sopravivenza, può produrre e fruire cultura, e un’altra parte che, non potendo “mangiarla”, della cultura non sa che farsene.
Una comunità misura il grado della sua evoluzione, della sua ricchezza, della sua dinamicità, dai processi di produzione e scambio culturale che favorisce, che coltiva.
E per questo, più volte, abbiamo segnalato da questa rubrica il gap che separa – ad esempio – Ragusa dalla vicina Modica. Questa vivace e curiosa, quella stanca, dormiente.
I giovani talenti che ci fanno sperare nella rinascita culturale della nostra città ci sono, in tutti i campi: musica, poesia, letteratura. E vanno promossi. Perché cittadini liberi vuol dire intanto e soprattutto cittadini in possesso di più chiavi con cui interpretare la realtà. Liberi, appunto, di scegliere fra esse.
Serena Poidomani è una giovanissima scrittrice al suo esordio narrativo. Si muove con grazia fra la scuola di doppiaggio con il grande Roberto Chevalier, gli studi di lingue, la collaborazione con la sorella Fiammetta, musicista interessata a repertori celtici, e la scrittura.
Il suo primo romanzo, breve ma intenso, ha il taglio storico della biografia romanzata ed è dedicato al mito di Leonardo Da Vinci e del suo dipinto più famoso (avete indovinato quale!). La sua scrittura è sorprendentemente matura per la sua età, come la capacità di approfondimento dei personaggi, che non restano bidimensionali sullo sfondo di una ricostruzione scenica affascinante.
Avrò il piacere di presentare il suo libro, insieme a lei, sabato 28, alla libreria Mondadori di Ragusa, alle 18.30.
Non mancate.
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