LA CRISI ECONOMICA INTERESSA ANCHE LA PROVINCIA DI RAGUSA CON CONSEGUENZE OGNI GIORNO PIÙ DRAMMATICHE

Le ripercussioni della grave crisi economica che ha investito soprattutto l’Europa e certamente l’Italia sono evidenti anche qui da noi in provincia di Ragusa, come purtroppo era ed è inevitabile data la portata dimensionale e globale del fenomeno. Inevitabile a maggior ragione visto il riacutizzarsi del gap economico tra Nord e Sud del Paese che drammaticamente ha ricominciato a incrementarsi dopo che alla fine degli anni 70 si era ridotto del 20%. 

Quando oggi si parla di gap infrastrutturale, di contrazione drammatica dell’accesso al credito, di agricoltura penalizzata, di piccole e medie imprese in affanno, di crisi occupazionale, di giovani generazioni con la valigia in mano, si parla non di luoghi comuni ma di amari dati reali che purtroppo caratterizzano, e non da qualche mese, la provincia iblea. 

 

E’ quanto emerso nel corso della giornata di studio, di confronto e approfondimento che il PD provinciale ha organizzato venerdì 8 giugno, riunendo allo stesso tavolo i rappresentanti delle organizzazioni e degli ordini sindacali, datoriali e professionali, degli esperti del terzo settore, degli attori del tavolo provinciale per lo sviluppo e dei soggetti istituzionali rappresentativi della realtà economica e sociale della provincia.

 

Durante i lavori sono emersi e sono stati acquisiti  elementi conoscitivi della realtà contingente ed elementi propositivi per la costruzione di un progetto strategico per superare la crisi. Da questi elementi, ben rappresentati da testimoni privilegiati e competenti dei fenomeni e dei settori produttivi che caratterizzano il tessuto economico e sociale della nostra provincia, occorre partire per elaborare proposte forti, realistiche, che si reputano idonee non certo a superare ogni criticità o a risolvere tutti i nodi che riguardano lo sviluppo e la crescita della provincia iblea, ma che permettano di superare il clima di sfiducia che serpeggia, il pessimismo che dilaga, la rassegnazione cui nessuno deve arrendersi. 

 

Un nuovo progetto di sviluppo che il Partito Democratico intende costruire e concertare con addetti ai lavori e con i cittadini nel corso di una iniziativa pubblica da realizzare in tempi brevi, consegnando alla politica ed alle istituzioni di ogni livello, regionale nazionale ed europeo, proposte forti, mirate ed integrate sotto il nome unitario di Nuovo Progetto Ragusa.  

 

Sono intanto intervenuti due fatti nuovi:

 

– il tavolo provinciale per lo sviluppo ha chiesto di incontrare il Presidente del consiglio Mario Monti per rappresentare le problematiche della provincia di Ragusa e chiedere conseguenti interventi e misure per la crescita e lo sviluppo.

 

– il Pd, attraverso ed in occasione dello sciopero della fame dell’on. Digiacomo a fine aprile 2012, ha chiesto, impegnando il livello provinciale, nazionale e regionale del partito, di interloquire con il ministro Passera al fine di imprimere una svolta alla vergognosa e ormai quasi persino penosa vicenda relativa alla mancata apertura dell’aeroporto di Comiso. Ne è seguito qualche interscambio, qualche approccio, ma onestamente nulla di risolutivo. Adesso, proprio in conseguenza di tale esito insoddisfacente, l’on. Digiacomo torna a rendersi protagonista di un’altra iniziativa non meno eclatante: l’occupazione dell’aeroporto di Fiumicino a Roma per il 30 di Giugno.

 

Si tratta di due facce della stessa medaglia, per la connessione stringente che lega l’Aeroporto di Comiso e lo sviluppo della nostra provincia. E proprio in virtù di questa connessione sempre più ineludibile è giunto il momento di fare squadra, di agire in sinergia, di fare sintesi sulle proposte ma anche sull’interlocuzione: il tavolo ha chiesto di incontrare Monti e il Pd ha chiesto di interloquire con Passera? Vediamo di interloquire tutti insieme, organizzazioni e ordini sindacali, datoriali e professionali, attori del tavolo provinciale per lo sviluppo, ma anche sindaci, forze politiche e quanti ritengono di avere titolo e di potersi e doversi misurare in queste battaglie fondamentali per la crescita del nostro territorio.

 

In quest’ottica allora mi permetto di avanzare due proposte: 

 

– la prima, rivolta a tutti gli attori del Tavolo per lo sviluppo, alle organizzazioni e ordini sindacali, datoriali e professionali, attori del tavolo provinciale per lo sviluppo affinchè ciascuno interessi i propri referenti nazionali per sensibilizzare i massimi livelli rappresentativi su queste problematiche e la necessità di una interlocuzione urgente; 

 

– la seconda all’on. Digiacomo: valuti, fermo restando l’apprezzamento per il suo impegno e la portata della protesta, se non sia il caso di sospendere il proponimento dell’occupazione del 30 giugno nelle more di capire quali sviluppi, quali sbocchi possono derivare da quella mobilitazione corale ed articolata alla quale io penso.

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