È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
LA CRISI E IL CONFORMISMO SOCIALE
15 Mag 2013 16:15
Cos’è il conformismo? E’ il cambiamento di comportamento dovuto all’influenza che gli altri esercitano su di noi. L’influenza può essere, ovviamente, reale o immaginata.
Porto subito un esempio attualissimo, quello dei suicidi che aumentano, letti in quest’articolo da un punto di vista sociale e non clinico (è importante sottolinearlo): le persone in alcuni casi seguono il conformismo anche quando si tratta di prendere una decisione decisiva come quella di togliersi la vita. Questo è da considerare un caso limite, la forma più estrema di conformismo a cui tutti certamente non arrivano. Il punto è che molte persone, esposte alle medesime pressioni a cui sono stati esposti questi individui, potrebbero mettere in atto gli stessi comportamenti. Anche i media ne sono “responsabili”. Se in genere ne parlassero di meno, si potrebbe ridurre l’effetto emulazione.
Perché ci conformiamo?
Ci conformiamo di fronte all’ambiguità: quando siamo incerti su quale sia il comportamento più adeguato da mettere in atto. Più siamo insicuri sulla risposta da dare, più siamo sensibili alle influenze esterne. A livello collettivo, ad esempio, di fronte a situazioni disperate o di piena sfiducia, può su buona parte della massa essere applicato il cosiddetto “lavaggio del cervello”, caso estremo di manipolazione e di influenza sociale informazionale.
Ci conformiamo quando ci troviamo in una situazione di crisi. Trovarsi in una situazione di crisi significa confrontarsi con una situazione potenzialmente pericolosa e allo stesso tempo ambigua. In una condizione del genere non c’è il tempo per pensare alla soluzione migliore, l’imperativo è agire subito e, nel fare questo, spesso si osserva ciò che gli altri fanno, seguendoli nella reazione. Il problema principale è che anch’essi sono insicuri o spaventati e la loro reazione non è razionale e ponderata ma istintiva e dettata dall’ansia. E’ durante la crisi che si assiste a drammatiche forme di influenza sociale; le persone prive dei mezzi necessari per rispondere alla pericolosa situazione in cui si trovano, caricano di aspettative positive le parole e il comportamento degli altri, che assumono valore potenziale di sopravvivenza, senza avere idea di ciò che sta realmente succedendo. Questo effetto, per cui emozioni e comportamenti possano diffondersi fra i tanti, senza controllo apparente, viene chiamato contagio.
Ci conformiamo quando gli altri sono ai nostri occhi degli esperti: in una situazione ritenuta ambigua, incerta, critica o pericolosa se una persona si mostra esperta e dominante è molto probabile che venga riconosciuta da molti come guida, e per cui seguita. Inutile dire che non sempre le figure che si sono mostrate o si mostrano come valide ed esperte sono fonti di “salvezza” affidabili, ed in questo la storia, anche attuale, porta tantissimi esempi.
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