LA CATTEDRALE DI SAN GIOVANNI BATTISTA

La Chiesa di San Giovanni Battista, nel 1950, in occasione dell’istituzione della Diocesi di Ragusa, fu elevata al rango di Cattedrale della Città di Ragusa e Chiesa Madre della Diocesi.

Fra i monumenti che caratterizzano il contesto urbanistico del centro storico di Ragusa, dichiarato dall’  UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità, l’imponente complesso architettonico della Cattedrale  si impone per la sua architettura e, più ancora per i suoi interni riccamente adornati.

Eretta inizialmente come piccola Chiesa, il 3 agosto del 1694 la benedizione della prima nuova costruzione, rappresentava l’avvio dell’edificazione del nuovo centro abitato dopo il terremoto; vide iniziare i lavori che diedero vita alla sua attuale configurazione negli anni fra il 1718 e il 1720. La Chiesa, sede di Parrocchia già dal 1460, era destinata a sostituire il vecchio tempo dedicato a San Giovanni Battista, nella vecchia Ibla distrutta dal terremoto, nell’antico quartiere Archi o dei ‘cosentini’. Matrice della città nuova dal 29 novembre del 1696, fu completata intorno al 1760, per quanto lavori di rifinitura e di decorazione vennero condotti fino al 1778, anno in cui, nel corso di solenni cerimonie, venne consacrata, o meglio inaugurata, dal momento che si hanno notizie di una consacrazione avvenuta nel giorno di Pentecoste dell’anno 1741, non appena il tempio fu dotato dell’indispensabile per poter officiare le funzioni; la maestosa cupola fu innalzata nel 1783.

L’imponente e massiccia struttura della costruzione presenta una maestosa facciata ricca di tre portali: quello centrale è cinto da due coppie di colonne, finemente scolpite, che sorreggono un timpano spezzato, ai cui lati sono poste le statue di San Giovanni Battista, a sinistra, e di San Giovanni Evangelista a destra, mentre al centro una grande nicchia accoglie la statua dell’Immacolata. Al secondo ordine, più modesto dell’inferiore, originali due grandi orologi solari, datati 1751, quello a sinistra in ore italiche, quello a destra in ore francesi.

Il prospetto comprende sei grosse colonne, quattro semipilastri con paraste bugnate, sei colonnine, il portone centrale e le due porte laterali, quattro finestre e un finestrone. Alla sommità delle colonne e delle paraste si possono ammirare sculture e capitelli in stile corinzio. Anche le porte laterali sono finemente lavorate ai bordi con intagli e sculture, come pure gli ingressi sulle fiancate della Chiesa, che si aprono su bellissimi giardini.

Sulla sinistra si eleva un alto campanile che termina a cuspide, la Chiesa presenta l’interno a croce latina, ornato da preziosi stucchi, a tre navate divise da due ordini di colonne, massicce, in pietra asfaltica.

Assai pregevoli i cartigli posti al di sopra delle colonne, scolpiti in pietra calcare, e gli artistici stucchi in gesso che li sorreggono, opere del 1776, dei maestri Gianforma, come gli altorilievi in stucco che ornano gli altari del transetto.

Maestosa ed imponente la cupola coperta da una volta a botte lunettata, finemente affrescata nei pennacchi. Monumentale il magnifico organo, opera dei maestri Serassi, pregevoli le due statue del Santo: una in pietra pece, datata 1513, opera di Angelo Recto o Rocchetti, proveniente dall’antico tempio dedicato al Santo, l’altra lignea, del 1858, che si porta in processione durante i festeggiamenti patronali, opera del ragusano Carmelo Licitra, detto  ‘u giuppinu’.

All’interno, percorrendo la navata di sinistra si possono ammirare:

la nicchia che custodisce il Simulacro del Santo Patrono, nella seconda Cappella una statua di San Giuseppe di autore ignoto, forse napoletano, del ‘700, nella terza il quadro del Conca raffigurante San Filippo Neri, nella quarta un quadro raffigurante le Tre Marie, opera del ragusano Salvatore Cascone, nella quinta un dipinto di Antonio Manno, il ‘Cristo legato alla colonna’.

Nella parete del transetto di sinistra un quadro della Crocifissione contornato da pregevoli stucchi raffiguranti le ‘virtù teologali’, la Carità, la Fede e la Speranza, opera del Gianforma del 1774.

Nell’abside di sinistra, la Cappella di San Giovanni, un dipinto di Paolo Vetri, ‘San Giovanni nel deserto’, con ai lati due bassorilievi rappresentanti la nascita e la decollazione del Santo.

Nell’abside centrale si possono ammirare gli stalli del coro magnificamente intagliati e gli affreschi eseguiti nel 1926 da Primo Panciroli raffiguranti il Battesimo di Gesù, la Decollazione di San Giovanni, i Santi Zaccaria ed Elisabetta. Il maestoso baldacchino in velluto rosso, ricamato in oro, fu donato alla Chiesa dal ceto dei ‘massari’ nel 1853. Il pregevole altare, posto in fondo all’abside, fu realizzato negli ultimi anni del 1800, in marmo con bassorilievi in rame dorato, su disegno dello scultore catanese Sciuto Patti.

L’abside di destra, Cappella del Sacramento, presenta due bassorilievi in marmo, scolpiti dal Prinzi nel 1872, rappresentanti Melchisedec nell’atto di offrire pane e vino ad Abramo, a sinistra, e l’Ultima Cena a destra.

Il transetto di destra offre alla vista  le sculture del Padre Eterno adorato dagli angeli, che coronano un’Adorazione dei Pastori, dipinto di autore ignoto che si può riferire alla scuola napoletana del ‘700. Dal transetto di destra si accede all’Aula Capitolare, dove sono conservati i dipinti raffiguranti i Vescovi di Ragusa. Simmetricamente dal transetto di sinistra si accede alla sagrestia, le cui pareti sono interamente occupate da pregevolissimi armadi in legno artisticamente decorati, al di sopra dei quali si trovano i dipinti dei parroci della Chiesa.

La navata di destra, in direzione dell’uscita della Chiesa, presenta nella quinta Cappella l’organo Serassi risalente al 1858, la cui mirabile cantoria in legno scolpito è posta sopra l’ingresso principale della Chiesa. Nella quarta un quadro di Dario Guerci raffigurante l’Immacolata, del 1865, nella terza un dipinto di Paolo Vetri, raffigurante San Gregorio, del 1896, nella seconda un quadro di sant’Isidoro, di autore ignoto, del 1773, nella prima cappella il Battistero con numerosi dipinti del ragusano Cascone, affrescati nel 1954 il Fonte Battesimale, opera dello scultore Carmelo Cappello.

Caratteristica la pavimentazione, assai diffusa nelle nostre chiese, in pietra pece con inserti in calcare bianco.  

Di rilievo la Canonica, prospiciente su via Roma, di chiara ispirazione settecentesca, con lesene laterali diamantate, finemente lavorate,  con capitelli corinzi e sculture ornamentali che ornano parimenti le due centrali, finestra trifora al centro, finestre ai lati e balconi che si affacciano lateralmente, sui giardini, con mensoloni riccamente scolpiti.

 

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