ISTANZA URGENTE AL SINDACO DI MODICA.

 

         Dai primi di aprile ad oggi l’Amministrazione comunale di Modica ha trascorso giornate, può dirsi così, altalenanti: in aprile viveva la ricerca disperata del rendiconto 2014, la quale si è protratta sino a metà agosto; successivamente due avvenimenti ne hanno eroso le abituali e comode speranze: l’ordinanza della Corte dei conti, che ha posto in bocca a tutti, a torto o a ragione, la parola «dissesto»; e un’azione restitutoria di somme intrapresa dalla Cassa Depositi e Prestiti per aver omesso di pagare alcuni debiti nei termini previsti col D.L. 35/2013. Insomma, storicamente i guai non sono venuti di punto in bianco. Come un estivo temporale che s’annunzia, direbbe Cardarelli, e poi giunge o s’allontana, si sono prima annunziati e poi, puntualmente, ci hanno tenuti e ci tengono col fiato sospeso. Ma sin qui potrebbe parlarsi di errori, di incompetenza, di tutto quello che ognuno vuole o pensa che sia. Il guaio è che l’Amministrazione continua a sbagliare.

Di recente, come i più informati sanno, sono stati concordati i pagamenti dei debiti verso il Comune di Scicli e verso l’Ato Ambiente di Ragusa.

Verso l’Ato Ambiente, è solo di questo che intendo occuparmi oggi, sono state assunte due deliberazioni di Giunta, la n. 162 del 29 agosto 2015 e la n. 163 del primo settembre successivo.

Con la prima si dà atto che il 27 agosto 2015 l’Amministrazione ha chiuso un accordo transattivo per l’estinzione di un debito di 5.238.263,83 euro verso il pagamento di 4.750.000,00 euro. Nella delibera si precisa, in più di un’occasione, che si tratta di debito giuridicamente certo, liquido ed esigibile (primo e secondo trattino della parte motiva e n. 3 della parte dispositiva).

Con la seconda si prende atto della rettifica di un errore da parte dell’Ato, per cui il debito comunale ascende da 5.238.263,83 a 5.515.066,83 euro, con una differenza in aumento di 276.803,00 euro. Il debito transatto, pari a 4.750.000,00 diviene, dunque, (4.750.000,00 + 276.803,00=) 5.026.803,00 euro.

Si precisa, sempre nel testo della delibera, che il debito è certo, liquido ed esigibile (n. 1 della parte dispositiva) e, infine, si incarica l’ing. Carmelo Denaro a sottoscrivere, solo sottoscrivere, l’accordo già raggiunto.

 

In possesso delle premesse conoscenze, ho deciso di verificare se il debito in corso di pagamento fosse effettivamente certo, liquido ed esigibile e se i residui elencati nelle due delibere pertenessero all’Ato con esclusione del Comune di Scicli. Mi sono presentata, per ciò, al dottor Giuseppe Ragusa, addetto al comparto, e gli ho chiesto di farmi visionare le fatture emesse dall’Ato. E’ noto, lo dico per mia stessa memoria, che i requisiti di certezza, liquidità ed esigibilità, di un credito/debito, derivano dalle fatture emesse dal fornitore (l’Ato) e accettate dal fruitore (il Comune). Il dottor Ragusa mi ha risposto che la ricerca delle fatture avrebbe richiesto così tanto tempo da sconsigliarne il perseguimento. Ho osservato ch’era impossibile che le fatture fossero ancora da trovare, sopratutto se si considerano tre aspetti:

 

1.° che l’accordo transattivo era stato chiuso e per chiuderlo occorreva avere contabilizzato gli importi di tutte le fatture. Non si può, infatti, transigere l’importo di un debito senza conoscerlo preventivamente. Se, insomma, qualcuno vuole offrire il pagamento di una certa cifra, supponiamo 4.750.000,00 euro, deve preventivamente conoscere il quantum contro cui proporla. Il Sindaco l’ha proposta in luogo di 5.238.263,83 euro, ma tale somma deve averla calcolata in base alle fatture accettate. Anche quando, come ha detto il Ragusa, gli fosse stata suggerita in base a degli impegni assunti anni or sono, gli impegni debbono essere stati calcolati in base a delle fatture: non possono assumersi sulla base del mero arbitrio;

2.° erano state approvate due delibere di Giunta con l’elenco dei residui da pagare; ma questi residui andavano verificati sotto il profilo documentale. E per ciò tornano come signorine impertinenti in scena le fatture;

3.° non si può procedere ad alcun pagamento (e nemmeno ad alcuna transazione) senza una contabilità documentata in base alle fatture.

 

Qui le cose sono due, rimuginavo tra me: o vogliono ostacolarmi nell’esercizio del mandato elettorale, e ciò costituirebbe una aperta violazione di legge; o sono in presenza di irregolarità contabili che si tende, con tutti i mezzi, anche con la violazione di legge,  a celare. Gli stessi Revisori nella «Relazione in risposta alle richieste istruttorie della Corte dei Conti», del 7 settembre scorso, rilevano alcune incongruenze tra la determina di riaccertamento dei residui attivi e passivi e la Relazione illustrativa del Rendiconto 2014. L’espressione a cui mi riferisco è la seguente:

 

«Il Collegio con nota n. 44 del 26/08/2015, acclarata al prot. dell’Ente n. 38293 in pari data, rilevava delle incongruenze nel Pre-Consuntivo 2014 riadottato dalla Giunta con le risultanze riportate nella Relazione di accompagnamento al Rendiconto 2014 e nella determina del Responsabile Finanziario n. 2146 del 12/08/2015, relativamente al riaccertamento dei residui attivi e passivi.» (pag. 3).

 

Chiedo, per tanto, a lei signor Sindaco, di fare chiarezza in Consiglio comunale sull’accaduto e di ammettermi, nei termini di legge, alla visione degli originali delle fatture. Mi riservo di adire, in funzione dei risultati della presente, la Procura della Repubblica di Ragusa e la Procura della Corte dei conti per accertare, ove l’autorità lo ritenesse utile e legittimo, i requisiti di pagabilità del debito e i rapporti di questo con la transazione avvenuta di recente per analogo pagamento col Comune di Scicli.

                                                                                            

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it