IRRAZIONALE APPLICAZIONE DELLA LEGGE DI RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

La vicenda legata alla destinazione ad altri uffici,  del Palazzo di Giustizia di Modica è il peggiore degli esempi che uno Stato che vuole definirsi “civile” può dare ai propri cittadini ed ai propri contribuenti. Si è difronte alla più assurda e vergognosa delle contraddizioni: da un lato si parla di risparmi, di tagli alle spese e di sacrifici  chiesti e da chiedere agli italiani per fare quadrare i conti e,  dall’altro, si sottrae dalla sua naturale funzione una struttura specializzata, nuovissima, funzionale, in regola sotto ogni aspetto, quale è il Palazzo di Giustizia modicano  (costato oltre 11 milioni di euro ed inaugurato poco più di 10 anni fa) per trasferire gli  uffici del  Tribunale presso il Palazzo di Giustizia di Ragusa (a poco più di 12 km)  in locali  insufficienti ed inadeguati e,  per buona parte,  privi dei requisiti imposti dalla legge, non antisismici e per nulla funzionali, sostenendo costi enormi. Il tutto  in netto contrasto con la legge di riforma.  

La chiusura del Palazzo di Giustizia di Modica  è stata una follia. Il suo utilizzo ad altre destinazioni potrebbe essere capito solo se il Tribunale di Ragusa avesse risolto le criticità esistenti ancor prima dell’accorpamento.  Di fatto non è così: le  centinaia di milioni spesi negli ultimi  anni, infatti, non sono serviti a risolvere i problemi che continuano a condizionare la funzionalità della struttura.  Ora, addirittura c’è  già chi parla di ricerca di una area per la realizzazione di un nuovo Palazzo di Giustizia, c’è chi sostiene che si è pronti  per affittare una struttura privata da trasformare per adeguarla alle particolari esigenze di un Tribunale . Semplicemente assurdo! Altro che risparmio!

“Confronto”,  anche nell’ambito del  Comitato pro-tribunale di Modica, ha, da sempre, cercato di contrastare tali illogiche ed irrazionali  scelte .  E l’ha fatto senza alcun condizionamento di natura politica, partitica o campanilistica , nella consapevolezza che non aveva logica la  difesa del Tribunale di Modica come istituzione, ma che era naturale e logico puntare all’utilizzo del Palazzo di Giustizia  modicano come sede, o come sede distaccata, del Tribunale di Ragusa

L’associazione oltre ad aver aderito a tutte le iniziative  del Comitato pro-tribunale (fra le quali gli  incontri  presso il Ministero della Giustizia)si è rivolta  al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (con  lettera  del  5.11.15  che il Quirinale ha prontamente passato per competenza e per chiarimenti, al Ministro della Giustizia), al Presidente del Consiglio Matteo Renzi (con  documento del   15.11.16 consegnato in occasione del suo passaggio a Ragusa) al Ministro Angelino Alfano (con lettera del 21.5.16 , consegnata in occasione della sua presenza a Modica).  E se a questo si aggiunge l’azione dei Parlamentari del Comprensorio,  se da un lato nessuno potrà dire di non sapere, dall’altro viene spontaneo chiedersi: ma come si amministra? Ma perchè non si ha alcun rispetto dei soldi dei contribuenti italiani? Se la riforma è stata approvata per risparmiare e per garantire maggiore funzionalità agli uffici,  si può accettare tutto questo? Quanto è stato speso per il trasferimento  degli Uffici a Ragusa?  Cosa si intende fare per il modernissimo archivio robottizzato rimasto a Modica? Quanto si spende per gli affitti dei locali che, pur non avendone i requisiti vengono utilizzati dal Tribunale? Quanto costerà l’adattamento del Palazzo di Giustizia di Modica per le destinazioni che si vogliono dare ? E’ possibile che pur avendo una struttura moderna e funzionale possa pensarsi ad una nuova struttura a 12 km di distanza ?  E infine,  come mai non è stato ancora convocato l’incontro della delegazione del “comitato pro tribunale di Modica” ottenuto con il sottosegretario Federica Chiavaroli spostato due volte e rinviato a data da destinarsi?

“Confronto”  non vuole processi ma chiede che, essendoci di mezzo la giustizia, si proceda in maniera razionale e soprattutto giusta. Per questo ritiene di dovere chiedere il blocco di ogni iniziativa almeno fino a quando non avverrà l’incontro più volte annunciato col sottosegretario di Stato Federica Chiavaroli che, dopo l’ultimo e mai compreso rinvio, doveva tenersi a data da destinare e non è stato  ancora fissato e per il quale auspica l’intervento e  la collaborazione dei Parlamentari.

 

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