Irene Frasca, morta in un incidente sulla Chiaramonte-Ragusa. La Procura chiede il processo per l’automobilista

Il terribile frontale è successo un anno e mezzo fa sulla Sp 8 nel Ragusano, la vittima aveva soltanto 46 anni. Udienza preliminare fissata per l’8 luglio.

Al termine delle indagini preliminari per il tragico incidente stradale costato la vita, a soli 46 anni, all’incolpevole Irene Frasca, il Pubblico Ministero della Procura di Ragusa titolare del relativo procedimento penale, dott.ssa Monica Monego, ha chiesto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio stradale per O. G., 45 anni, di Giarratana, che quel “maledetto” 14 ottobre 2019 guidava la Fiat Punto dove la vittima era trasportata e che è accusata di aver provocato il terribile e fatale scontro frontale con un’altra vettura lungo la Strada Provinciale 8, a Chiaramonte Gulfi. Riscontrando la richiesta, il Gip del Tribunale ragusano, dott. Andrea Reale, ha fissato l’udienza preliminare del processo per l’8 luglio 2021, alle ore 9.30.

Irene, che ha lasciato il marito, un figlio minore, la mamma e due sorelle, quel giorno era stata a lavorare sui campi presso un’impresa agricola di Mazzarrone, in provincia di Catania, con l’amica e concittadina O. G.: le due donne, braccianti stagionali, stavano rientrando a casa a bordo della vettura condotta da quest’ultima che procedeva sulla SP 8 in direzione di marcia “Chiaramonte Gulfi – Ragusa” quando, giunte all’altezza del km 2+700, la conducente, “nell’affrontare (in salita) una curva destrorsa – scrive il magistrato nel suo provvedimento – invadeva la corsia opposta venendo in collisione con una Land Rover che percorreva la Provinciale nella direzione Ragusa-Chiaramonte Gulfi, condotta da una ventottenne di Chiaramonte che aveva a bordo anche la figlioletta di pochi mesi: le occupanti del Suv se la sono miracolosamente cavata con ferite non gravi. Il terribile impatto però non ha lasciato scampo alla passeggera della Punto seduta sul sedile anteriore destro, deceduta praticamente sul colpo a causa del gravissimo trauma cranico e toracico riportati.

Di qui dunque la richiesta di rinvio a giudizio per O. G. per aver provocato la morte dell’amica “per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nonché in violazione delle norme del codice della strada, segnatamente l’art. 141 comma 3 che, tra le altre cose, impone al conducente di un veicolo di regolare la velocità nei tratti di strada a visibilità limitata, tra cui nell’affrontare le curve” aggiunge il Sostituto Procuratore.

La mamma e una sorella della vittima, per essere assistite, attraverso il consulente legale Salvatore Agosta si sono affidate a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e sono già state risarcite per la loro perdita, ma ora si aspettano che faccia il suo corso anche la giustizia penale.

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