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IN MERITO AD ALCUNE PRESCRIZIONI DELLA CORTE DEI CONTI.
31 Dic 2015 10:49
E’ fine anno. Alle porte premono alcune scadenze e la gente attende di sapere. Con rammarico debbo porle alcuni quesiti.
La Corte dei conti, con Deliberazione 311 del 2015, dopo aver sintetizzato un’attenta analisi delle finanze comunali di Modica, ha voluto concederLe la possibilità di svolgere un estremo tentativo per salvare la città dal dissesto. Promise, ricorda? il massimo del Suo impegno e dichiarò fiducia nell’Amministrazione che guida. Oggi, 31 dicembre 2015, è maturato l’ultimo giorno entro cui dovrebbe presentare, compiuti, alcuni adempimenti. Tutti a contenuto pecuniario. Per ricordarLe il tema Le propongo le stesse parole con cui la Corte ne discute.
“l’ente deve (…) provvedere immediatamente alla ricostituzione dei fondi vincolati, attraverso le prime riscossioni di entrate libere come prescrive il TUEL e, prima ancora deve procedere alla restituzione delle somme indebitamente percepite dalla Cassa depositi e Prestiti” (Delib. n. 311/2015, pag. 96, terzo cpv.).
Le ricordo, tra gli altri, il tema più importante. Il Comune aveva dei debiti liquidi ed esigibili al 31.12.2012; ne ha compilato l’elenco e lo ha trasmesso alla Cassa Depositi e Prestiti, rappresentando la necessità di 64 milioni circa per pagarli; ha ricevuto i soldi chiesti ma di debiti ne ha pagati una quantità che non si capisce bene: in una nota si dice che ammontano a 43.200.742,88 euro; in un’altra a 43.536.858,88 euro; e, in un’altra, stavolta del Collegio dei revisori, a 43.574.925,90 (Ibid., pag. 80, quarto cpv., tabella 22).
Qui colgo l’occasione per proporLe una prima, pur non importantissima, domanda: possiamo conoscere, in quanto cittadini, a quanto ammontano esattamente i debiti pagati?
Fissato, pur con tremolìo, l’ammontare dei debiti pagati, se non se ne pagano ulteriori -le esprimo la posizione della Cassa Depositi e Prestiti e la considerazione, implicita, della Corte dei Conti- la differenza va restituita al legittimo proprietario, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, perché, dicono i Revisori dei conti, l’anticipazione di liquidità non ha natura di mutuo, né di finanziamento, né di trasferimento erariale, né può costituire finanziamento di nuove spese, «essendo una misura (…) destinata alla crescita, atta a favorire la ripresa e a dare nuovo slancio alle imprese e agli operatori del sistema economico» (Nota n. 14271 del 10.4.2015 del registro di protocollo dei Revisori, pag. 2, secondo e terzo cpv.).
Lei, invece, cosa ha fatto? Alcuni debiti, come quello di cinque e passa milioni del Comune di Scicli ha concordato che fossero pagati nei prossimi cinque-sei anni, e i soldi della Cassa Depositi e Prestiti li ha messi e continua a tenerli in banca. Danneggiando il Comune e l’economia cittadina. Per fare poi che? Per riscuoterne interessi e mascherare i conti comunali che risultano tutti attivi. A chi sottrae questi soldi? Alle imprese che operano nel territorio. Il danno, dunque, per le imprese è doppio. La Corte dei conti ha chiesto che si pagassero i debiti o si restituissero i soldi alla Cassa Depositi e Prestiti. L’Amministrazione ha risposto che creditori, davanti all’offerta di danaro, sono rimasti « in buona parte silenti e quelli pagati (i debiti, n.d.r.) sono inferiori rispetto al potenziale contenuto nell’elenco » (Comune di Modica, Nota prot. n. 41051 dell’11 settembre 2015, pag. 3, terzo cpv.). « Il comune di Modica, tuttavia, » conclude la scrivente Segretaria Generale, « sta svolgendo una scrupolosa analisi e ricerca di creditori inseriti nell’elenco al fine di poter utilizzare nel più breve tempo possibile tale erogazione ». Con questa frase, ovviamente, sembra si entri nel pieno di una farsa: l’Amministrazione vuol pagare e i debitori o restano silenti o fuggono. creditori ma perché erano trascorsi abbondantemente i tempi adempitivi di legge.
Ad abbreviare Le riassumo quel che richiede, entro il 31.12.2015, la Corte dei conti. Per completezza verso i cittadini le riporto fedelmente la premessa:
«In definitiva, da un punto di vista della situazione di cassa, si può appurare che l’ente non sarebbe stato teoricamente in grado – né al 31 dicembre 2013 né al 31 dicembre 2014 – di fronteggiare le esigenze di pagamento dei debiti già scaduti, liquidi ed esigibili, con le anticipazioni di tesoreria concedibili.
Poiché la crisi di liquidità va valutata con riferimento al triennio, la sezione, pur potendo affermare, sin d’ora e con sufficiente grado di certezza, l’irreversibilità della crisi di liquidità, ritiene che se all’esito delle verifiche disposte dovesse emergere analoga condizione al 31.12.2015, l’ente dovrà certamente dichiarare il dissesto finanziario inverandosi il presupposto dell’insolvenza» (Delib. n. 311, pag. 85, quinto cpv.). Gli adempimenti prescritti sono quattro:
– la ricostituzione degli equilibri di cassa (pagine 96, quarto e quinto cpv.; 97, terzo cpv.) entro il 31.12.2015 (pag. 97, terzo cpv);
– la ricostituzione dei fondi vincolati (pagine 96, primo e terzo cpv. e 97, terzo cpv.) entro il 31.12.2015 (pag. 97, terzo cpv.);
– il pagamento dei debiti liquidi ed esigibili già scaduti (pag. 96, primo cpv. e pag. 97 terzo cpv.);
– la restituzione alla Cassa Depositi e Prestiti delle somme indebitamente percepite prima della verifica del 31.12.2015 (pag. 96, primo cpv.).
Lei:
1°. ha già disponibili i 12.834.539,52 da restituire alla Cassa Depositi e Prestiti entro il 31 dicembre 2015?
2°. ha già ricostituito gli equilibri di cassa? Ricostituire gli equilibri di cassa, lo specifico per chi non lo sapesse, significa coprire con entrate libere (ossia a destinazione non vincolata) le scoperture attualmente appianate con fondi vincolati;
3°. ha individuato tutti i creditori scomparsi o silenti?
4°. ha pagato i debiti liquidi ed esigibili già scaduti?
5°. quali pendenze deve ancora definire, a breve, con la Cassa Depositi e Prestiti?
6°. ha ricostituito i fondi vincolati, legalmente utilizzati per finalità improprie?
Si discuta al primo consiglio utile.
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