IL VINO ROSSO VA BENE ANCHE D’ESTATE

Nel mese più caldo dell’anno il vino rosso va in vacanza, lasciando il posto alla birra, ai cocktail e al vino bianco. Il motivo non è legato al quantitativo alcolico. Ci sono vini bianchi che superano tranquillamente il quantitativo alcolico di molti vini rossi, per non parlare di superalcolici come la vodka e il rum, largamente consumati in estate. Il vero problema del vino rosso è il tannino, una sostanza presente anche nei vini bianchi, ma in misura minore.

Ogni varietà di vitigno possiede un quantitativo diverso di tannino. Ci sono uve fortemente tanniche, come il sagrantino, e uve povere di tannino. Il vino, però, riceve tannino anche da un componente esterno, cioè dalle botti. Il legno, infatti, è ricco di tannino e i vini che affinano nelle botti ricevono da queste componenti tanniche. Molti vini prodotti da vitigni poveri in tannino subiscono un passaggio in legno, proprio per dare al vino una base tannica.

Il problema principale del tannino è che nelle basse temperature tende a diventare amaro e sgradevole, soprattutto quando il tannino è stato rilasciato dalla botte. Ecco perché il vino rosso in genere non si può mettere in frigo e di conseguenza poco si appresta a essere consumato nella stagione estiva. Ciò non vuol dire  che sia così per tutti i vini rossi.

Per chi non volesse rinunciare al vino rosso, anche in agosto, basta optare per un vitigno poco o per niente tannico e che non abbia fatto passaggi in legno. Vitigni come il gamay, la barbera, il lambrusco, la grenache, lo stesso nero d’avola e tanti altri non sono particolarmente tannici e se non fanno passaggio in legno e possibile servirli freschi a 12 °C. Temperature più basse non sono consigliabili, poiché il sapore del vino ne risentirebbe tantissimo. Tenuto conto che la temperatura del frigo spazia dai 5 ai 7 °C circa, basterà avere l’accortezza di estrarre la bottiglia dal frigo 15 minuti prima del consumo.

Ovviamente bisogna avere le idee chiare su cosa si sta acquistando, poiché basta anche un brevissimo passaggio in legno, magari poco percettibile a temperatura ambiente, che con l’abbassamento della condizione termica risalterà l’asperità del tannino.

L’abbassamento della temperatura di servizio del vino è anche un metodo didattico. Quando si nota in un vino un tannino difettoso, servendo il vino a temperatura più bassa è possibile fare notare meglio a chi è novizio la problematica dei difetti del vino provenienti dal tannino. Il più delle volte, infatti, se il difetto non è esageratamente grande, si tende a non percepire i difetti di verde, amarezza, polverosità e sgradevole astringenza tipici di un tannino non equilibrato.

È però bene tenere a mente un fattore importantissimo. La temperatura di servizio è un fattore fondamentale per gustare appieno una bottiglia, poiché anche il vino con un tannino molto elegante, se servito a una temperatura bassa, rilascerà un tannino fastidioso. Allo stesso tempo se lo stesso vino verrà servito a una temperatura alta, il tannino non risulterà sgradevole, ma l’impatto alcolico sia olfattivo sia gustativo sarà decisamente forte, tanto da compromettere il giudizio globale del vino.

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