IL VERO SERVIZIO PUBBLICO

Sufficiente tempo libero per soddisfare una particolare predilezione e la frequenza, sia pure ormai lontana di qualche redazione, mi permettono di vantare una conoscenza abbastanza completa di quello che sono e, soprattutto, rappresentano i quotidiani. Naturalmente le mie opinioni, di persona per nulla qualificata nel settore, restano delle opinioni personali, più o meno condivisibili, anche se, ritengo, quando si parla con dati di fatto, c’è poco da criticare.

 

I quotidiani online permettono una analisi più approfondita dei fatti e delle notizie perché vengono  aggiornati più volte nel corso delle 24 ore e, quindi, maggiori sono le differenze e le novità che si possono riscontrare.

La riflessione sull’argomento non mi sorge fine a se stessa ma nasce dalla sempre maggiore convinzione sulle prerogative di RagusaOggi che per le sue caratteristiche dovrebbe essere di modello ai vituperati telegiornali del servizio pubblico.

La stampa nazionale è in mano ai grandi gruppi, soffre per sua natura il confronto con le testate online, è impossibile trovare giudizi sereni e valutazioni obiettive: pensate cosa hanno detto di Pulvirenti, il Presidente del Catania Calcio, i quotidiani che gravitano nell’orbita Fiat, quando hanno visto che veniva profanata l’immagine del rampollo Agnelli, presidente della Juve. Oppure indovinate come hanno impostato lo scandalo del Monte dei Fiaschi di Siena, i giornali che fanno riferimento esplicito all’area della sinistra: preferiscono soffermarsi maggiormente sull’immagine di fidanzato e di nonno che vuole diffondere Berlusconi per sgombrare il campo da ricordi di escort e olgettine.

E queste forzature mi fanno pensare a quando fotografarono il portavoce di Prodi sulla circonvallazione in ambiente di transessuali oppure quando furono riportate le vicende note del Presidente della regione Lazio: fu invocato il rispetto della privacy, anche per tutelare, nel secondo caso, la famiglia.

Quando si trattò di Berlusconi che, in fondo, organizzava solo delle feste in una casa privata, senza ricorso a droghe e senza utilizzo di fondi pubblici e di auto blu, il rispetto della privacy era in ferie.

Oggi il confronto con i giornali on line è improponibile, perché si ha la possibilità di leggere in contemporanea la stessa notizia su due o tre giornali e le discrasie balzano evidenti agli occhi.

Se un sondaggio da Grillo, potenzialmente, al 30% e le piazze sono stracolme e la cosa si può constatare in diretta, la magia o l’illusione sono ormai pratiche arcaiche.

Alquanto diversa appare la situazione per la stampa online, man mano che si scende alla diffusione regionale, per arrivare, poi, a quella locale.

Mentre la stampa regionale non si sopprime alla inevitabile diffusione dei fatti, con dovizia di particolari, e, eventualmente, si inchina alla ‘ragion di stato’ differenziandosi nell’editoriale o nel commento, dando però libero spazio ai commenti dei lettori che sono capaci di sovvertire qualunque impronta data alla notizia, la stampa locale risente maggiormente di un certo condizionamento. Questa non è una mia impressione ma si rileva chiaramente dall’approccio a determinate notizie. Quello che poi fa la differenza è il commento: spesso un commento appena sopra le righe o sarcastico non viene nemmeno pubblicato, meno che mai quando il commento, senza mezzi termini aggredisce, entro i limiti della legge e della educazione, qualche personaggio della città o del paese, vicino o gradito alla testata.

RagusaOggi costituisce un fenomeno del tutto particolare: la Direzione ospita, penso di capire senza limitazioni, ogni sorta di intervento, di tutte le colorazioni politiche. E attraverso i commenti, numerosi e tutti appassionati, automaticamente il tono dell’articolo viene bilanciato. Immaginate, per un attimo, se il servizio pubblico riuscisse a essere così esaustivo e completo nelle posizioni.

Si celebra il successo dei bersaniani e accanto c’è il comunicato dei renziani, in entrambi i commenti offrono libero sfogo alle precisazioni dei supporter di entrambe le compagini.

C’è chi si sforza di santificare il proprio partito e la coalizione, trovando magari il modo di criticare incensando il leader che, in fin dei conti, tanto gradito non è.

Ci sono nobili dall’improbabile casato che sembrano usciti dal sito dei grillini, ma ci girano così bene attorno che traggono in inganno gli stessi commentatori grillini.

Si da ampio spazio a chi teme che la burrasca del Monte dei Fiaschi  faccia volare via i pochi capelli rimasti a Bersani, ma accanto la redazione si attiva per un resoconto puntuale del comizio di Grillo e, ad onta di ogni possibile dubbio elargisce numero 13 ( a lettere : tredici ) foto che non lasciano coperto nessun angolo della piazza, un modo per non dire che non ci entrava uno spillo ma di farlo notare chiaramente.

Con i sondaggi che ci sono e con l’afflusso nelle piazze, i due leader principali corrono veramente il rischio di perdere l’uno i capelli, l’altro il parrucchino.

Vedi la questione dell’aeroporto, pletora di interventi e comunicati, nessuna presa di posizione né ricerca dei responsabili di quella che assume i toni di commedia pirandelliana: stiamo comprando gli accessori senza sapere chi pagherà la vettura e chi la deve mantenere.

Un tempo un comune mortale, per farsi l’idea di una notizia era costretto a comprare il Giornale, La Repubblica e il Corriere, oppure Panorama e l’Espresso, oppure il Borghese e l’Avanti.

Oggi clicchi sul sito giusto e hai la tavola imbandita. Più semplice di così ! 

Lettera firmata

 

 

 

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