IL TEATRINO DELLA DISCORDIA

E’ bastato non trovare voci di spesa per il ripristino di quello che, una volta, era il teatro comunale di Ragusa, il Teatro della Concordia, più conosciuto come Cinema Marino, per scatenare la sete di cultura teatrale della città.

Una esigenza che per oltre quarant’anni è rimasta nel cassetto, diventa, di colpo, prioritaria.

Come per ogni forma artistica, occorre una educazione di fondo per la cultura teatrale, che non si acquista con l’abbonamento ad una serie di spettacoli. Salvo eccezioni, sia pure numericamente consistenti, non c’è in città,  una cultura sulla storia del teatro, sui generi, sulle diversità di adattamento delle varie opere, ancora di meno sulla genesi del teatro moderno e sulle espressioni emergenti. Ma Ragusa in questo è maestra, come quando il palazzetto si riempiva di spettatori per le partite della Virtus, ma pochi sapevano di regolamento, di schemi e di tattiche di gioco.

Cionondimeno, dare un vero teatro alla città non sarebbe un’idea malvagia per cominciare a educare le nuove generazioni, e non solo.

In sintesi la nuova amministrazione, per bocca dell’assessore ai centri storici, l’arch. Giuseppe DiMartino, ha delle riserve sul completamento del progetto a cui aveva dato vita la precedente amministrazione.

Ancorchè il Comune abbia provveduto a rilevare l’immobile dagli ultimi eredi, per una spesa di 2.700.000 euro, non sembra opportuno completare il progetto che comporta un investimento di 7 milioni di euro per avere, in definitiva, meno di 500 posti che non renderebbero la struttura produttiva in termini di ‘spettacolo’. Da indiscrezioni, viene fuori anche che le normative imporrebbero uscite di sicurezza impossibili da realizzare, ma queste sono solo voci che restano in attesa di conferma,

DiMartino fa intravedere quelle che sono le intenzioni sul possibile utilizzo della struttura, che, in ogni caso si vuole restituire al centro storico: se ne vuole fare uno spazio culturale polivalente che deve essere, però, integrato in un progetto complessivo di spazi e di strutture, in centro storico superiore, con adeguata gestione. Vengono considerati il Palazzo Ina, la vecchia biblioteca, e altri spazi che, ancorchè di proprietà non comunale, possono comunque essere integrati in un progetto collettivo di carattere culturale.

Per dare seguito alla sete di cultura teatrale, anche in funzione di programmi a breve termine, vengono presi in considerazione utilizzi di strutture come l’ex cinema Ideal, ora nella disponibilità della Soprintendenza, o come l’auditorium della Scuola Media Quasimodo. Ogni tanto si sente parlare di un eventuale acquisto del Cinema La Licata, in viale Ten Lena, mentre restano fuori, stranamente, ipotesi di utilizzo del Cinema Teatro 2000, della stessa proprietà del La Licata.

Inevitabile che nel dibattito, protagonista in città, si inseriscano le forze politiche, criticando scelte e inoltrando suggerimenti, anche se un giudizio distaccato pone degli interrogativi sul perché una amministrazione, che gode di una maggioranza schiacciante, non debba essere libera di operare le proprie scelte che un giorno, potranno e saranno liberamente giudicate dalla città.

Sonia Migliore, consigliere comunale dell’UDC, lo fa con un intervento che, per  sollecitare il Sindaco verso scelte diverse, ripercorre, in maniera interessante, soprattutto per i più giovani, la storia di quello che , una volta era il ‘Teatro della Concordia’.

Ecco la sua nota, riportata integralmente:

IL TEATRO DELLA CONCORDIA APPARTIENE AI RAGUSANI. SONIA MIGLIORE: “PER CAPIRLO BASTA STUDIARE LA STORIA. E’ DA 17 ANNI CHE L’ITER AMMINISTRATIVO E’ STATO AVVIATO. E ADESSO SI VUOLE CANCELLARE TUTTO CON UN COLPO DI SPUGNA”

“Parecchie idee quelle dell’Amministrazione Piccitto, ma tutte confuse e contraddittorie: ogni assessore enuncia una cosa diversa, sembrano “riflessioni” personali, annunciazioni di intenti da campagna elettorale. Mi chiedo: hanno capito che adesso è l’ora di fare, di andare avanti, di dare risposte e soluzioni?”. E’ quanto rileva il consigliere comunale dell’Udc, Sonia Migliore, a proposito di una serie di interventi che si intendono adottare e che hanno come denominatore comune la cultura e, in particolare, il teatro “La Concordia”.

“Da un lato – in riferimento all’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Federico Piccitto – hanno la “viva esigenza” di demolire tutto ciò che Dipasquale ha fatto, anche le cose buone, per pura presa di posizione politica, ma dall’altro non trovano soluzioni alternative che siano serie e soprattutto fattibili.

E’ il caso “increscioso” del Museo di palazzo Zacco che da un lato devono “liberare” ma dall’altro si registra il nulla; ma ancora più grave è il caso del teatro “La Concordia”.

Partiamo da dati che sono certi ed incontrovertibili: intanto ricordiamo a Piccitto e ai suoi assessori che il teatro de “La Concordia” è stato già acquistato dal Comune. Significa che abbiamo già speso circa 2.700.000 euro di soldi pubblici e siamo già a metà dell’iter per la realizzazione del teatro stesso. Poi, a beneficio della cultura di chi ci amministra, facciamo una breve cronistoria del teatro di Ragusa:

la Concordia, soprannominato il piccolo San Carlo, perché presenta forme architettoniche simili al teatro San Carlo di Napoli, è il teatro storico della città di Ragusa.

Fu costruito a spese delle 14 famiglie più ricche della città, inaugurato il 15 agosto 1844 e venne denominato della Concordia in omaggio all’accordo raggiunto dalle famiglie che lo sovvenzionarono.

Dopo alcuni anni, venne concesso al Comune di Ragusa che lo gestì fino al 1938, per poi essere ceduto a Ippolito Marino che gli cambiò il nome (Cinema Impero)”.

“Fece da cornice – continua Migliore – ad innumerevoli rappresentazioni teatrali, liriche e operette,  calandosi a meraviglia in un centro storico “principe” di Ragusa.

Ma con la gestione Marino, e poi della Comel che lo acquistò nel 1977, fu definitivamente adibito a cinema. Nel 1997, cominciò il lungo iter di acquisizione della struttura da parte del Comune, con apposito accantonamento dei fondi della legge 61/81 su Ibla.

Nel 2004 il ministero per i Beni culturali stanzia circa 1.400.000 euro a favore del Comune per la realizzazione del teatro comunale e la Sovrintendenza di Ragusa avvia il procedimento di dichiarazione di “interesse storico-artistico”.

Nel 2006, la commissione Centri storici esprime parere favorevole sul progetto definitivo di restauro dell’immobile. Quindi, viene espletata la gara pubblica con bando europeo per il “recupero e restauro dell’ex cinema Marino, già teatro della Concordia”, con l’obiettivo, alla base del progetto di recupero, di rendere la struttura polivalente adatta a teatro, eventi, manifestazioni e proiezioni cinematografiche. “Quindi – chiarisce Sonia Migliore – La Concordia rappresenta il cuore pulsante della memoria storica dell’unico e ultimo teatro di Ragusa.

Farlo rinascere significa riportare allo splendore la nostra storia e la nostra cultura: mi viene in mente la ricostruzione di “Nuovo Cinema Paradiso”, con i sentimenti e le emozioni della gente del paese.

Quindi, Piccitto e assessori tranquillizzatevi. La Concordia non è idea di Dipasquale, ma viene molto da lontano e soprattutto ha una storia: Dipasquale ha semmai avuto la lungimiranza e il rispetto di portare avanti un iter intrapreso da suoi predecessori, per ridare alla città il “suo teatro”.

La smetta soprattutto, la Giunta Piccitto, di dire fesserie attraverso un valzer di contraddizioni e di enunciazioni: passiamo dal recupero della Quasimodo da adibire a teatro; al “stiamo lavorando per redigere un protocollo di intesa per il cinema Ideal”; dalla convenzione con il piccolo teatro Donnafugata di Ibla; al volere far diventare l’ex cinema Marino (il nostro “Teatro La Concordia”) uno “spazio culturale polivalente” (una struttura già costata 2.700.000 euro); dal volere attivare strategie su palazzo Ina, bene che ci hanno fatto approvare nell’ultimo piano di immobili da vendere; all’ex biblioteca di via Matteotti da adibire a “spazio culturale polivalente”; e per finire dichiarano di voler acquistare l’ex cinema La Licata.

E’ l’antitesi del senso di governabilità, l’attestazione del principio di “sperpero di soldi pubblici”, l’affermazione della politica degli annunci di “berlusconiana memoria”.

Caro sindaco Piccitto, non sempre è necessario “rivoluzionare”, a volte è molto più saggio “continuare” l’opera amministrativa che dura da ben 17 anni e soprattutto, a volte, prima di parlare sarebbe meglio “studiare la storia” e rispettarne i sentimenti.

Il teatro della Concordia appartiene ai ragusani ed il sindaco ne deve prendere atto, continuando l’iter per la sua realizzazione, a cominciare dal suo reinserimento nel piano di spesa della legge 61/81”.

 

notizie sul progetto di restauro sul sito del comune:

http://www.comune.ragusa.gov.it/notizie/rgsottosopra/2012/rgs05/progetti1.html

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