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IL RESOCONTO DI GABRIELE LICITRA DEI GIOVANI DEMOCRATICI DI RAGUSA SULL’INCONTRO COL MAGISTRATO GIUSEPPE AYALA
29 Mag 2012 17:03
Completamente riempito il cortile della Prefettura di Ragusa nel pomeriggio del 26 maggio quando, nell’ambito della manifestazione “A tutto volume” , il protagonista dell’incontro era il magistrato Giuseppe Ayala, Pubblico Ministero durante il primo maxiprocesso dell’1986-1987 contro Cosa Nostra, tenutosi a Palermo nella famosa aula bunker.
Gabriele Licitra dei Giovani Democratici di Ragusa, ha sottolineato come la grande partecipazione dei cittadini abbia dimostrato ancora una volta il loro elevato senso civico e l’attenzione che essi riservano alle tematiche che riguardano lo Stato, la legalità e la mafia. Importantissima per Licitra anche la presenza di numerosi giovani che, nonostante fosse sabato, hanno deciso di trascorrere quel tempo ad ascoltare la testimonianza di una persona che ha fatto della lotta alla mafia il proprio principio di vita.
La soddisfazione per la grande partecipazione dei suoi coetanei ha però per qualche tempo dovuto lasciare spazio ad altre riflessioni: “Mentre assistevo all’incontro – ha dichiarato Licitra – mi ha fatto pensare la presenza di alcune personalità, di esponenti del mondo politico. Dall’onorevole Franco Antoci al commissario della Provincia Giovanni Scarso, dirigenti della Dc di Andreotti e Salvo Lima; dal sindaco Nello Dipasquale, che in quegli anni era segretario dei giovani della Dc, prima provinciale, poi regionale, poi passato al partito di Berlusconi e Dell’Utri. Lo stesso partito di cui altro esponente è l’assessore Ciccio Barone, che sabato sera applaudiva alle parole del giudice Ayala, in piedi in prima fila davanti a tutti, come per mettersi in mostra; per non parlare, inoltre, di esponenti del partito di Cuffaro e Saverio Romano. E mentre assistevo a questa scena pensavo alle parole che Ilda Boccassini pronunciò al Tribunale di Milano dopo la strage di Capaci: “Voi l’avete tradito, ora non avete il diritto di piangerlo”. E pensavo a queste parole non certo perché loro sono veramente coloro che l’hanno tradito, ma perché fanno parte di quel sistema, di quel mondo politico che è bravo a mettersi in bocca i nomi di Falcone e Borsellino sempre e comunque, utilizzandoli anche a sproposito. Di certo non perché veramente credono nella battaglia che i due giudici portavano avanti”.
Secondo Gabriele Licitra infatti l’unico motivo per cui queste personalità della politica ragusana sabato erano lì ad applaudire Ayala è che mostrarsi vicino a questi temi risulta essere “politically correct”, mentre magari sono i primi che in quegli anni pensavano, come anche il “nuovo” Leoluca Orlando a Palermo, che l’attentato dell’Addaura era stato concepito dallo stesso Giovanni Falcone.
“Il Sindaco Dipasquale – conclude il portavoce dei Giovani Democartici – che sicuramente in questi giorni non sarà a suo agio ad avere a che fare con tutta questa cultura (meglio una sagra della frittella che sentirsi dire che ci sono sindaci palazzinari che deturpano il territorio), all’incontro di sabato è stato più e più volte ringraziato, tra mormorii e pochi applausi, per aver permesso questo importante incontro in favore della legalità. Adesso però viene da chiedersi: dov’era il 23 maggio scorso visto che a Ragusa non si è fatto nulla per commemorare il ventennale della strage di Capaci? Dimenticavo, lo ha detto: era a Palermo, allo stadio, a vedere la partita del Cuore dedicata a Falcone, magari in compagnia del suo nuovo amico Zamparini. Concludendo, invece di far fare la passerella a giovani amici, forse per garantire loro un poco di visibilità, invito l’Amministrazione e l’assessore alle Politiche giovanili Ciccio Barone ad organizzare un momento di dibattito, magari presso la sala Falcone-Borsellino, sul tema della legalità e della mafia. Per fare in modo che anche quei ragazzi che fanno parte di partiti i cui dirigenti regionali e nazionali sono in gran parte collusi con la mafia, possano spiegare il perché sono contro la mafia e a favore della legalità”.
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