IL PALAZZO DEL GOVERNO PER I RIFUGIATI E GLI IMMIGRATI

Gli austeri saloni della Prefettura hanno accolto un bel gruppo di mamme  immigrate e rifugiate assieme ai loro bambini ospiti del Prefetto Francesca Cannizzo che ha addirittura fatto allestire una stanza (la sala del biliardo) per i giochi dei piccoli. Diciamo subito che l’umanità e l’alto senso di ospitalità di questo Prefetto hanno raggiunto sabato livelli di straordinaria intensità, oltre al fatto che anche i suoi due nipotini Lele e Francesco erano presenti, all’incontro, con un semplice ma forte senso di fratellanza (una parola ormai quasi totalmente in disuso) nei confronti di persone cui la vita non ha sorriso costringendole a prendere la via dell’emigrazione forzata. Adesso dobbiamo dire, con un linguaggio più burocratico chi sono quelle donne. Sono mamme che hanno partecipato al corso di formazione per badanti svolto nell’ambito di un progetto finanziato con il fondo europeo per i rifugiati nell’ambito del programma Solid gestito dal Ministero dell’Interno ed i sede locale da due cooperative con il coordinamento della responsabile del Dipartimento dell’immigrazione dott. Rosanna Mallemi il tutto ovviamente sotto l’occhio attento del Prefetto. All’incontro hanno anche partecipato il presidente della Provincia Franco Antoci e l’assessore del Comune di Ragusa Bitetti che è arrivato con la moglie e la loro bellissima bambina che ha subito stabilito un immediato rapporto di gioco con gli altri bambini immigrati, nonchè un rappresentante del Comune di Vittoria. Poche parole del Prefetto e poi la consegna degli attestati di partecipazione al corso come momento per così dire ufficiale dell’incontro. Ma il clima del pomeriggio era tutto incentrato su questi momenti spontanei dei bambini che inconsapevolmente hanno dato all’evento un significato altamente umano con piccoli ma grandi esempi di amicizia, fratellanza, spontanea, non ostentata, non cercata. Presenti infine anche i responsabili di un altro progetto “Lontani dalla violenza” che come dice il titolo hanno tanto da dire in fatto di interventi in tema di vittime della violenza, tortura e persecuzioni. (f.p.)

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