“IL NOVEMBRE DELL’ANIMA”: LA DEPRESSIONE.

Il 10 ottobre è stata la Giornata Mondiale della Salute Mentale, per sensibilizzare noi tutti alla prevenzione e cura della sofferenza e della malattia mentale. Come tema centrale è stata scelta la Depressione, dato che è la malattia psichica più diffusa al mondo (soffrono di disturbi d’ansia e affettivi circa 400 milioni di persone). Ad “ammalarsi” sono sempre più i giovani ed il suo sviluppo è in continua crescita. Purtroppo non sempre si creano condizioni di sostegno e cura adeguati e spesso il riconoscimento di questo disturbo non arriva, e con esso neppure la cura, con conseguente spegnimento della vita di chi ne soffre. Ci si può però anche imbattere in condizioni opposte, ugualmente dannose, per cui quelli che sono in realtà momenti transitori ed anche “naturali” di tristezza, vengono scambiati per sintomi depressivi. Proprio per questo è importante la diagnosi, per far capire, ad esempio, che il forte dispiacere e il cordoglio per la morte di un caro dopo pochi mesi dalla sua scomparsa non è patologico ma del tutto comprensibile e “normale”, ma che potrebbe diventarlo se tale lutto, dopo già un anno, non sia stato ancora elaborato. Cosa significa “essere depressi”? Essere depressi significa avere una notevole compromissione delle aree fondamentali della vita: non riuscire più a lavorare o a studiare, ad intessere e mantenere relazioni sociali ed affettive valide, non essere più in grado di provare piacere ed interesse in alcuna attività, manifestare evidenti difficoltà relazionali in famiglia, ad esempio non riuscendo più a svolgere adeguatamente o come si vorrebbe il proprio ruolo genitoriale (quando ad esempio sono i figli a trasformarsi in genitori, accudendo e prendendosi cura di loro). Perché ci si ammala di depressione? I disturbi affettivi sono malattie fortemente influenzate da fattori genetici e biologici ma si è anche rilevato che un fattore decisivo ed addirittura ancora più influente per il suo sviluppo, è dato dalla presenza di eventi stressanti. Questo significa che spesso una persona depressa può trovare all’interno del suo sistema familiare parenti che ne soffrono o ne hanno sofferto, o può essersi trovata a crescere in un ambiente emotivamente povero e deprivato da un punto di vista affettivo, ma significa anche che, seppur biologicamente predisposta, in presenza di eventi per lei stressanti, la probabilità che questa si ammali di depressione può aumentare di circa dieci volte. I fattori considerati stressanti sono solitamente i lutti, le separazioni, gli abbandoni ma anche i conflitti di coppia, i cambiamenti importanti nello stile di vita (trasferimenti, perdita o cambiamento del lavoro, pensionamento). Certamente non è comunque casuale che proprio in questi ultimi anni di “crisi” economica, e forse anche valoriale, siano aumentati i disturbi depressivi. Giovani e giovanissimi si sentono sperduti, vacillano i punti di riferimento e le certezze e aumentano le paure sulla costruzione del proprio futuro. Tutto ciò genera scarsa autostima, angoscia, sentimenti di colpa, di vergogna, di disorientamento, di paura di non farcela, e la paura di non farcela è spesso legata alla paura del cambiamento. Guarire dalla depressione si può, attraverso la psicoterapia e, nei casi che lo richiedono, la farmacoterapia.

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