IL LAVORO INFANTILE E’ L’UNICA CAUSA DELLA POVERTA’

Gli organi internazionali dovrebbero impedire che i minori intraprendano le forme peggiori di lavoro minorile o sottrarli a esse, proteggerli dalle rappresaglie, garantire la loro riabilita­zione e il loro reinserimento sociale mediante provvedimenti che tengano conto delle loro esigenze formative, fisiche e psicologiche.Vanno  prese in particolare considerazione: i minori di più tenera età; i minori di sesso femminile; il problema del lavoro svolto in situazioni che sfuggono agli sguardi di terzi, in cui le ragazze siano esposte a rischi particolari altri gruppi di minori con specifiche vulnerabilità o esigenze. Una delle misure cautelative a riguardo come intervento urgente sarebbe quella di individuare le comunità nelle quali i minori sono esposti a rischi particolari, entrare in contatto diretto e lavorare con esse; informare, sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica e i gruppi interes­sati compresi i minori e le loro famiglie.

Uno degli obiettivi su cui puntare potrebbe essere quello di indagare e scoprire i lavori che espongono i minori a abusi fisici psicologici o simili; i lavori svolti sotterra, sottacqua, a altezze pericolose e in spazi ristretti; i lavori svolti mediante l’uso di macchinari attrezzature e utensili pericolosi o che implichino il maneggiare o il trasporto di carichi pesanti; i lavori svolti in ambiente insalubre tale da esporre i minori, a esempio, a sostanze, agenti o processi pericolosi o a temperature, rumori o vibrazioni pregiudizievoli per la salute; i lavori svolti in condizioni particolarmente difficili, a esempio con orari prolungati notturni o lavori che costringano il minore a rimanere ingiustifi­catamente presso i locali del datore di lavoro.

L’investimento nello sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale dell’infanzia rappresenta un imperativo etico, sociale e economico per tutte le società. A tutti i bambini, senza eccezio­ne, deve essere garantita la sopravvivenza, lo sviluppo personale e sociale, nonché l’integrità fisica, psicologica e morale. Significa anche che devono essere adottate speciali misure di protezione per quei bambini che si trovino in situazioni particolar­mente difficili.

Il lavoro infantile è al tempo stesso conseguenza e causa della povertà.

Le strategie, pertanto, volte alla riduzione e alla eliminazione della povertà devono necessariamente occuparsi di questo problema. Il ricorso al lavoro infantile rallenta la crescita economica e lo sviluppo sociale e rappresenta una flagrante e seria vio­lazione dei diritti umani fondamentali. La relazione tra lavoro infantile e le condizioni sociali del bambino e della sua famiglia dovrebbe essere posta al centro delle politi­che di sviluppo sociale sostenibile.

L’investimento in capitale umano sin della prima infanzia, tramite l’istruzione e la salute, garantisce a una società maggiori potenzialità di sviluppo economico e sociale.

I bambini lavoratori, e le bambine in modo particolare, vivono una condizione di grave pericolo, in quanto il lavoro infantile compromette la salute del bambino, la sua sicurezza e istruzione, nonché il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e so­ciale. Le bambine sono specialmente esposte a questi rischi e richiedono, pertanto, speciale attenzione.

L’istruzione e soprattutto l’istruzione obbligatoria, è uno dei mezzi principali di pre­venzione e eliminazione del lavoro infantile. I bambini esclusi dal sistema scolastico si trovano esposti a ogni forma di sfruttamento, in particolare quello economico, come appunto il lavoro infantile. I bambini lavoratori, o i potenziali bambini lavoratori, e il flusso di bambini nel mondo del lavoro può essere contrastato predisponendo un sistema di servizio scolastico accessibile e di qualità, universale e obbligatorio, gratuito per tutti.

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