IL DIVIDENDO “CULTURALE”, UN’IDEA INNOVATIVA

 Quel che avviene a Milano, perchè non trasportarlo in Sicilia, se valido? Se leggiamo sul Corriere della sera del 10 gennaio,il modo in cui la cultura potrebbe ricavare utili, economie per la sua realizzazione fattiva e concreta, la cosa potrebbe diventare esempio per le Associazioni,per le Fondazioni, per le Compagnie, ma noi del Movimento Rigenerare la Democrazia,lo prendiamo come parte del nostro programma Progetto culturale e invitiamo partiti e movimenti a inserirlo nei loro programmi, nei settori cultura.

“In tempi di ristrettezza delle risorse pubbliche e di carenza di finanziamenti privati, vi invito a leggere l’interessante idea lanciata dall’Orchestra Verdi di Milano

Da ora ognuno potrà comprare “azioni” della società immobiliare che possiede l’auditorium in largo Mahler a Milano, dove l’Orchestra Verdi si esibisce normalmente: un’operazione approvata dalla CONSOB già nel settembre scorso, che permetterà a singoli cittadini (acquistando un minimo di 150 azioni da 6 euro l’una) di diventare “azionisti” dell’Orchestra.

Qual è la differenza rispetto ad acquistare azioni di una normale società immobiliare? Invece di ricevere dividendi e rendite finanziarie, i sottoscrittori riceveranno prestazioni culturali, cioè benefit come biglietti per la stagione o per concerti-evento come quelli che l’orchestra Verdi sta organizzando in occasione di Expo.

Un’iniziativa che apre la strada alle tante forme che i cittadini dovrebbero avere per finanziarie e sostenere direttamente la cultura e le nostre eccellenze artistiche e musicali e che dimostra ancora una volta come la cultura può e deve essere una “cosa di tutti”, come è di tutti il nostro unico e immenso patrimonio storico, identitario e culturale”.

Noi della Fondazione Teatro Carlo Terron e Sipario, ma anche altri,abbiamo lanciato anche la Campagna rivolta agli Istituti bancari,per cui si potrebbe pensare ad un investimento dell’uno o due  per cento del fatturato da investire in cultura.

In breve, con la cultura si può scrivere un’altra storia, anche in tempi di ristrettezza economica.

 

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