IL CASO RANDELLO VISTO DAL PD DI RAGUSA

“Ognuno si assuma le proprie responsabilità, senza scaricare su altri le proprie. Sul caso di Randello, occorre andare alla ricerca del peccato originale”. Lo dice il segretario del circolo “Pippo Tumino” del Pd di Ragusa, Gianni Lauretta, che ha partecipato, lunedì scorso, presso la rotonda dedicata a Maria Occhipinti, al pubblico dibattito promosso dal comitato “Randello libera” sulla costruzione dello chalet incriminato. “Eravamo tutti d’accordo – chiarisce Lauretta – sul fatto che a Randello non va costruito alcuno chalet, a maggior ragione se si intende privatizzare un pezzo di spiaggia al servizio di un resort a cinque stelle. Tra gli interventi anche quello del sindaco Federico Piccitto che bene ha fatto a schierarsi contro la realizzazione dello chalet ma che ha cercato di scaricare la genesi autorizzativa di tutto ciò sulla delibera consiliare 34 del maggio 2009 che aveva per oggetto il Piano di utilizzo del demanio marittimo (Pudm) o il piano spiagge, così come più comunemente conosciuto. Si tratta di un atto richiesto dalla Regione e necessario per regolamentare ed evitare il nascere, come funghi, di numerosi chalet in assenza di uno strumento urbanistico. Oggi, altrimenti, ne avremmo già decine, rimanendo senza spiagge libere. Ricordo che, in quel periodo, ne stava sorgendo un altro sugli scogli di Santa Barbara. Nel 2009, infatti, il sottoscritto, in qualità di consigliere comunale, assieme ai colleghi Peppe Calabrese e Riccardo Schininà (il sindaco ci ha tirato in causa per il nostro voto di allora), chiedeva che l’atto venisse approvato contrastando però l’impostazione che l’Amministrazione del tempo voleva dare e precisamente era stato chiesto di prevedere una dog-free zone, un accesso libero al mare per i piccoli diportisti che non necessariamente dovevano utilizzare “pagando” la struttura del porto turistico, evitando che sulla scogliera di Santa Barbara sorgessero delle costruzioni in legno. Erano previsti cinque lidi (due pubblici e tre privati) con conseguente accumulo di rifiuti sotto tali strutture, come inevitabilmente accade. Inoltre, chiedevamo che su Randello non venisse prevista alcuna costruzione anche solo per un periodo stagionale, proprio perché area Sic, quindi tutela massima”. Lauretta aggiunge: “I nostri emendamenti furono bocciati dalla maggioranza bulgara di allora. L’atto per noi era incompleto perché privo di Vas e difatti dall’assessorato Territorio e ambiente della Regione Sicilia non ha mai ottenuto l’approvazione. La votazione finale fu di 19 favorevoli e tre astensioni, le nostre. Voglio ricordare che gli astenuti vanno conteggiati insieme con i voti contrari nell’approvazione degli atti di Consiglio comunale. Perché ci astenemmo? Perché ritenevamo necessario che il Comune si dotasse di uno strumento di regolamentazione, anche se conteneva punti da migliorare come nel caso Randello. Ad oggi quell’atto è nullo, in quanto mai approvato dalla Regione. Quindi, l’attuale sindaco non può attribuire colpe ad atti nulli ma deve fare mea-culpa sulle autorizzazioni “temporanee” rilasciate dal Comune, sotto forma di attività sportiva sulla spiaggia di Randello. Il Pd chiede: tutto ciò è accaduto, forse, in attesa che lo chalet venisse completato? Per poi rilasciare un’autorizzazione definitiva? Perché è stata rilasciata quella provvisoria? Da cosa nasce il parere tecnico favorevole che il Comune ha conceso inspiegabilmente? E’ dal 13 dicembre 2013 che il progetto è noto agli amministratori e, per ammissione del sindaco, lo stesso è stato pubblicato all’albo pretorio. Quindi il primo cittadino ne era a conoscenza. Il dettaglio relativo alla concessione delle autorizzazioni lo ha fatto, nel suo intervento, l’ex assessore Conti che credo si sia tolto qualche sassolino dalla scarpa. Forse più di uno. Sconcertante l’aver preso atto pure delle autorizzazioni rilasciate dal corpo forestale dello Stato, visto che Randello è stata inserita dalla Regione nel Sic Italia 08004, e dalla Soprintendenza, in quanto Randello ricade in zona 3 del piano paesaggistico, cioè tutela assoluta. Ecco perché il Pd invita il sindaco ad essere più accorto, a non scaricare colpe su atti che oggi non hanno nessun valore perché la Regione li ha rigettati. Sottolineo che anche l’Amministrazione “Cinque stelle” ha una maggioranza bulgara in consiglio: e allora perché non approva subito in consiglio il Pudm con le modifiche necessarie a tutela di Randello? Visto che nel programma del sindaco tutto questo era previsto ma da un anno non è stato adottato alcunché in proposito. Appunto, è passato un anno. Il tempo a questa amministrazione è stato concesso abbondantemente. Adesso iniziamo a tirare le somme. Il sindaco, ora, ha bloccato i lavori. Ha semplicemente predisposto un atto dovuto dinanzi ad un probabile reato. L’agire in tempo sarebbe stato l’atto straordinario al contrario di quello che si vorrebbe fare credere oggi. Il Pd si è sempre battuto per l’approvazione di atti a tutela del bene comune. E lo continuerà a fare”.

 

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