IL BANDO PER LA COINCESSIONE DEI BENI CUL:TURALI LESIVO PER IL COMUNE

La consigliera comunale e portavoce in Consiglio del Laboratorio politico culturale 2.0, Sonia Migliore, ha presentato un’interrogazione in merito alla “Concessione dei servizi di promozione turistica da svolgere presso il Castello di Donnafugata, l’auditorium San Vincenzo Ferreri, Palazzo Zacco, Palazzo Cosentini e per il Punto di Informazione Turistica a Ragusa Ibla (Delibera di giunta n.219/6.5.2014).

L’art.115 del D.Lgs n. 42/2004 (codice dei beni culturali), a cui giustamente fa riferimento la delibera suddetta, disciplina la forma diretta e indiretta con cui si possono dare in gestione, per la loro valorizzazione, i beni culturali. Il comma 3 dell’art. 115 stabilisce che la concessione a terzi della gestione del patrimonio culturale deve esser fatta tramite procedura con evidenza pubblica e sulla base della valutazione comparativa di specifici progetti. Adesso, se questo è ciò che stabilisce la legge, come mai la Giunta municipale ha deciso di “scegliere il concessionario mediante gara informale su invito di almeno 5 concorrenti e con predeterminazione dei criteri selettivi?”
“Non si capisce – dichiara la Migliore – il criterio secondo il quale l’Amministrazione opera questa scelta, in fondo non esiste neanche un albo di fornitori per i servizi turistici. Inoltre, la procedura ristretta, ossia tramite l’invito diretto delle ditte, è legittimata solo quando il criterio è quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa (D.Lgs 163/2006), tuttavia l’Amministrazione sceglie questa procedura ignorando il criterio dell’offerta più vantaggiosa. Perché?”

Giungiamo così all’altra nota dolente, che è quella economica. “Il Comune – prosegue La Migliore – con questa gara ristretta vuole affidare la gestione del  Castello di Donnafugata, dell’auditorium San Vincenzo Ferreri, di Palazzo Zacco, di Palazzo Cosentini e del Punto di Informazione Turistica a Ragusa Ibla per tre anni ad un canone annuo di 15 o 20 mila euro. Quando l’importo della gara, ossia il valore che ad oggi il Comune ricava da questi beni, oscilla tra il milione e ottocento mila euro e i due milioni di euro l’anno. Perché si è scelto di regalare i nostri beni culturali? Chi si aggiudicherà questa gara – continua la consigliera – gestirà i beni culturali per tre anni, incassando: i biglietti d’ingresso, i proventi derivati dall’organizzazione  di manifestazioni e/o spettacoli, nonché dalla vendita del materiale informativo e dalla realizzazione di un bookshop al Castello, oltre a tutto ciò il concessionario beneficerà pure del 20% degli incassi dei matrimoni civili organizzati nei siti. A carico, invece, del concessionario vi è la manutenzione ordinaria e solo il 25% del costo delle utenze, mentre il restante 75% sarà a carico del Comune”.

“La delibera di giunta  n.219/6.5.2014, quindi, non solo ignora i dettami di legge per l’affidamento a terzi dei beni culturali ed è fortemente lesiva degli interessi economici del Comune di Ragusa, ma è estremamente approssimata. Infatti, non presenta un piano finanziario dei costi di gestione dei suddetti beni culturali e delle relative entrate, non stabilisce quante unità lavorative saranno assunte per espletare i servizi, con quali contratti, da chi saranno assunti e pagati? Non si capisce, inoltre, se il servizio di pulizia dei siti in oggetti rappresenterà un costo aggiuntivo per l’Ente municipale. Tutt’altro discorso va fatto – precisa la consigliera – sulla manutenzione ordinaria, questi sono, infatti siti vincolati ed ogni intervento deve esser approvato dalla Sovrintendenza dei Beni Culturali, adesso, mi chiedo chi dovrà occuparsi della manutenzione? E’ stata chiesta ed ottenuta l’autorizzazione della Sovrintendenza? Nella delibera non ce n’è traccia. Come d’alltra parte rimangono oscure le motivazioni secondo le quali l’Amministrazione ha predisposto per il recupero delle casupole antistanti il castello, un progetto di finanza che poteva racchiudere anche tutti i servizi del castello stesso? Infine, mi piacerebbe scoprire come questa Amministrazione abbia potuto rendere ‘immediatamente esecutivo un atto d’indirizzo’, che è semplicemente un atto politico e perciò privo di rilevanza giuridico-amministrativa, comunque, al di là dell’ironia, l’assessore competente ci faccia sapere a che punto è l’iter del bando, perché l’idea è buona, il progetto è estremamente interessante, a patto che rispetti la legge, che sia legittimo e che garantisca gli utenti ed il Comune”.

“Per tutto quanto detto sin qui – conclude Sonia Migliore – chiedo l’immediata revoca, in autotutela, della delibera di giunta 219 del 6.5.2014, che è atto di indirizzo, e l’espletamento di una procedura di evidenza pubblica aperta, previa stesura di un Piano Finanziario dei costi e dei ricavi, in merito ai servizi in oggetto, dell’Ente appaltante e del concessionario”.

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