IGNOBILE COMMEDIA – QUESTO NON È IL PD CHE VOGLIAMO

Questo non è il Pd che vogliamo. Abbiamo assistito, lunedì 4 novembre, all’ennesimo, e temiamo non ultimo, atto della farsa politica che da settimane si recita ad esclusivo uso e consumo e a vantaggio di soggetti che, piuttosto che costruire un partito forte e pronto per poter governare, pare vogliano ancora di più creare conflitti e divisioni, soprattutto a danno del Pd ragusano, cosa che troviamo quasi giustificabile da chi ragusano non è, ma assolutamente scandaloso per altri soggetti.

Complice l’atteggiamento acquiescente, per usare un eufemismo, della maggioranza dei componenti della Commissione provinciale per il congresso che, non tenendo in nessun conto tra l’altro indicazioni e disposizioni delle Commissioni regionale e nazionale, ha incomprensibilmente avallato tale distruttivo comportamento.

Non possiamo e non vogliamo credere che tutto questo sia stato fatto per regolare conti personali, né consumare vendette.

Abbiamo largamente denunciato le gravi irregolarità da noi riscontrate e per questo abbiamo già ottenuto risposte favorevoli dagli organi regionali e altre ne aspettiamo, sicuri di avere la ragione dalla nostra parte. Tuttavia lunedì sera, in sede di congresso, si è assistito ad una commedia ignobile.

Fatta da irregolarità nella costituzione del congresso e nella ripartizione dei delegati e tutto questo calpestando il regolamento. Questa è storia e a riprova di ciò esistono documenti, testimonianze e ricorsi disponibili per la verifica di chi volesse appurare quanto sosteniamo.

L’episodio sconcertante che intendiamo segnalare e stigmatizzare si è verificato in occasione dell’assemblea congressuale del 4 novembre, presenti i vertici provinciali del partito, deputati regionali e dirigenti vari.

La senatrice Venerina Padua, che intendeva prendere brevemente la parola per portare un saluto, un augurio di buon lavoro e un segnale di serenità e distensione all’assemblea, invitando, come dettatole dal suo alto compito istituzionale e in rappresentanza di tutto il partito, unitariamente, al dialogo costruttivo e alla normale dialettica politica e democratica congressuale, è stata volgarmente fatta segno di cori offensivi da stadio e non certo adatti ad un partito che della questione morale, della tolleranza e del rispetto delle regole ha fatto la propria bandiera.

Tra tutto ciò deflagrava il silenzio assordante e il defilarsi di deputati regionali che invece di intervenire d’autorità e pretendere il rispetto che si doveva alla persona prima ancora che alla carica istituzionale, nonché alla parte civile e democratica dell’assemblea, rimanevano assenti.

Spiccava anche – e questo sorprendeva, onestamente, dopo anni di letargo e inattività – l’esagitazione del segretario provinciale uscente, attivo come pochi nelle invettive e nell’urlare “fuori, fuori”.

A fronte di questo spettacolo indecoroso e nauseante intendiamo corrispondere e confermare il nostro sostegno e il nostro rispetto alla senatrice Padua, in quanto rappresentante delle istituzioni, in quanto dirigente del nostro partito, in quanto donna impegnata in politica e nel sociale.

Ribadiamo la nostra ferma opposizione e condanna di questi metodi di gestione del partito. Questo non è, né potrà mai essere, il Pd che vogliamo. Questo non è il Pd del rinnovamento o della moralizzazione della politica.

Questo è il Pd dei dinosauri equilibristi della politica e del trasformismo interessato, sovvertitori delle regole, cui i cosiddetti “rinnovatori” e “rottamatori” si appoggiano per acquisire potere e poltrone.

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