È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
I RISULTATI DELLE INDAGINI DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI MODICA
08 Feb 2012 14:00
E’ stato richiesto il rinvio a giudizio per B.M.A., ragusana di 46 anni e per L.G., sciclitano 51enne: i due, nominati nel 2003 tutore e protutore di due minori, hanno in questi anni omesso di presentare i conti di gestione e gestito il patrimonio, anche immobiliare, dei due bambini affidati, in maniera pregiudizievole, ed in particolare affittando i beni a prezzi irrisori ed incassando a titolo personale i frutti di tali beni, ovvero usufruendone a titolo esclusivo, con estromissione dal godimento dei piccoli, senza presentare il rendiconto al Giudice Tutelare di Modica ed appropriandosi di oltre 85mila euro.
Questa è solo una parte però delle ingiustizie che i due bambini affidati hanno subito perché B.M.A ed L.G sono accusati inoltre di avere, in concorso tra di loro, maltrattato senza apparente motivo, la piccola a loro affidata dal Tribunale dei Minori di Catania, percuotendola con schiaffi e spingendola contro un armadio e contro un muro di casa, provocandole lesioni gravi che l’Ospedale Busacca di Scicli giudicò guaribili in sette giorni. Alla bambina sarebbe inoltre stata usata come posacenere dal momento che L.G le avrebbe spento una sigaretta sulla schiena, procurandole una bruciatura ancora visibile.
I due dovranno rispondere dei reati di peculato, maltrattamenti e lesioni in danno di due minori loro affidati dal Giudice tutelare di Modica.
Il lavoro del Procuratore della Repubblica di Modica Francesco Puleio però non si ferma qua, infatti il Tribunale del riesame di Catania ha confermato il provvedimento di custodia cautelare in carcere nei confronti di Massimo La Terra per l’omicidio della moglie Rosa Trovato. Il Tribunale ha ritenuto sussistente a carico dell’indagato un “grave quadro indiziario ulteriormente arricchitosi con la produzione da parte del P.M. di nuove dichiarazioni da parte di persone informate sui fatti”.
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