I familiari di Peppe Lucifora: “Sorpresi dalle dichiarazioni di padre Giovanni. Il testamento? Molti dicono che sia stato consegnato proprio a lui”

L’omicidio di Peppe Lucifora, in cuoco modicano ritrovato morto nella sua abitazione, ha al momento un presunto colpevole, che è stato arrestato: Davide Corallo. Eppure, c’è stato un amico fedele e devoto di Lucifora, padre Giovanni Stracquadanio, rettore della chiesa di San Giorgio a Modica, ad aver sollevato dubbi sulla natura del movente passionale. Per padre Stracquadanio, che ha rilasciato due interviste a Video Mediterraneo, il movente è da ricercarsi nella droga o nei soldi. Ha, poi, sollevato dubbi sul testamento di Peppe, o meglio, ha chiesto che fine avesse fatto. Una posizione che ha stupito molte persone, tra cui i familiari. L’appello è il seguente: se padre Stracquadanio sa qualcosa, lo dica. E sul testamento, molti dicono che ce l’abbia proprio lui.

Di seguito, pubblichiamo il testo integrale della lettera:

“In questi giorni, anche dopo l’arresto di un indagato, abbiamo deciso di mantenere la linea assunta il 10 novembre scorso, improntata a riservatezza e sobrietà. Ma siamo stati particolarmente sorpresi dalle dichiarazioni pubbliche di Padre Giovanni Stracquadanio.

Ci ha sorpresi come Padre Giovanni, pur affermando più volte che non conosce gli atti e che “non può sapere”, abbia ipotizzato che nella fattispecie non si tratta di delitto passionale ma che, in questi casi, il movente è sempre il denaro o la droga.
Tali affermazioni sono improntate a estrema superficialità e a totale mancanza di conoscenza dei più elementari principi di criminologia. Escludiamo la malafede.

Padre Giovanni era amico fedele e affettuoso di Peppe. Se ha ipotesi concrete da fare, o conoscenze dirette dei fatti, le riferisca al Pubblico Ministero o ai Carabinieri. Sia più chiaro sul testamento di Peppe, che anche alcuni amici, se esistente e stando a quello che diceva Peppe, dicono essere stato consegnato proprio a lui. A Padre Giovanni.

Peraltro, circa la consistenza del patrimonio di Peppe abbiamo molti dubbi. Tanto che nessuno dei familiari sta compiendo atti di gestione patrimoniali, e nessuno finora ha accettato un’eredità che potrebbe avere più debiti che crediti e massa attiva.

Un delitto non necessariamente è la confluenza tragica e fatale di tutti gli aspetti poco chiari o tortuosi della vita della vittima. Esso può scaturire da uno solo di essi, mentre gli altri possono essere ininfluenti.
In definitiva, crediamo che in questa fase le ipotesi debbano farle gli investigatori; o Voi cronisti che, con professionalità e competenza, state seguendo l’inchiesta.

Né possiamo mettere a tacere l’opinione pubblica o un’intera città che chiedono farsi luce sul delitto, aspettano risposte e avanzano le loro ipotesi.
Ma da Padre Giovanni, cui anche Peppe era autenticamente devoto, ci aspettiamo un significativo contributo alle indagini; o il silenzio e la sobrietà che possono aiutare, molto più di quello che ritiene la pubblica opinione, il corso delle indagini e tutto il processo”.

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