Un incarico di alto profilo scientifico e istituzionale che porta la sanità della provincia di Ragusa al centro del panorama medico nazionale e internazionale. Gaetano Cabibbo, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna dell’ospedale “Maggiore-Baglieri” di Modica, è stato nominato membro del Direttivo nazionale della FADOI, la Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, e […]
I CITTADINI SONO ORMAI INDIFFERENTI E RASSEGNATI
22 Mag 2010 13:51
Trenitalia intasca ogni anno 117 milioni di euro per garantire il trasporto ferroviario in Sicilia, un contratto di servizio che gli copre il 70 per cento dei costi. Eppure la provincia di Ragusa, e soprattutto il capoluogo ibleo, di questi soldi della collettività gode solo delle briciole. Sono notizie di cui pochi cittadini iblei hanno consapevolezza, il che spiegherebbe l’indifferenza della cittadinanza alle problematica dei tagli ai treni,operati sino ad oggi nel territorio locale. Del progressivo smantellamento della tratta ferroviaria locale, un processo che porterà alla chiusura definitiva della stazione di Ragusa, sono invece perfettamente consapevoli i ferrovieri, i quali sabato mattina hanno organizzato un sit-in di protesta davanti alla stazione di Ragusa. Unico sindacato presente la Cub-ferrovieri, organizzazione di base che non ha mai acconsentito alla politica dei tagli. “A differenza di quanto ha fatto la Cisl -ha detto durante il sit-in Pippo Gurrieri della Fltu Cub trasporti- “così come oggi vedo assente la Cgil”. Cittadinanza assente al sit in, solo qualche utente, e un consigliere di quartiere, Gianluca Salonia. Poi sono arrivati anche il sindaco di Ragusa e il presidente della Provincia. C’erano anche alcuni giovani, rappresentanti di un comitato in difesa delle ferrovie che si è formato spontaneamente su Face Book. “La cittadinanza non protesta, ormai, nemmeno se chiudono un ospedale”, ha commentato il ferroviere Giuseppe Costa, “devono essere le istituzioni a fare la voce grossa con Trenitalia, che ha portato tutti i treni eliminati dalla provincia di Ragusa in altre province, per potenziare tratte come Caltanissetta-Palermo, Agrigento-Palermo e Messina-Palermo: e anche lì ci sono i treni vuoti, ma intanto li hanno scippati al nostro territorio”. Il 28 marzo sono stati eliminati tutti i treni festivi e dal 17 maggio, non esistono più ben tre treni pendolari. Questo significa che Palermo è diventata sempre più irraggiungibile e Ragusa, oltre a “vantare” il primato di avere le peggiori infrastrutture d’Italia, è anche l’unico capoluogo di provincia a non avere un collegamento ferroviario con un capoluogo di Regione. Se un pendolare sciclitano volesse prendere il treno diretto a Ragusa, arriverebbe alle 12 e 20 di mattina, orario improponibile per chi si sposta per motivi di lavoro. E non è finita. Se un turista vuole andare di sabato e domenica al castello di Donnafugata, via treno, può scordarselo. Al sit-in c’erano anche i ragazzi del collettivo “La Fabbrica”, che hanno esposto uno striscione di lotta alla resistenza. “E in effetti”, spiega Gurrieri, “questa lotta significa resistere, ma se non si mobilitano tutti in difesa delle ferrovie, perderemo tutto”. Nei tempi d’oro Ragusa aveva 35 treni, più i vagoni merci, adesso abbiamo solo 8 treni: l’85% è andato perduto. (r.r.)
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