Un nuovo gruppo sanguigno umano, mai documentato prima, è stato identificato in una paziente originaria della Guadalupa. La scoperta, definita «straordinaria» dagli esperti, è stata annunciata dall’Istituto Francese del Sangue (EFS) e ufficializzata nel giugno scorso a Milano, dalla Società Internazionale di Trasfusione di Sangue (ISBT). Il nuovo gruppo, denominato “Gwada negativo”, è attualmente l’unico […]
Giovanni Caccamo e la poesia di Isgrò: l’incredibile incontro artistico che ha commosso durante l’inaugurazione del museo di Scicli
06 Mag 2025 06:15
Vedere aggirarsi nella grande navata candida come la neve della chiesa del Carmine il giovane cantautore modicano Giovanni Caccamo è stata una grande sorpresa. Fra i presenti tutti a chiedersi che ci facesse. Un’arpa al di qua dell’abside, con il giovane Fabio Rizza seduto proprio lì accanto, e Giovanni Caccamo facevano presagire qualcosa di interessante. E lo è stato. Da dove è nato il fuori programma musicale di oggi? Emilio Isgrò, nel mese di maggio dello scorso anno, sull’onda emotiva della sua seconda presenza a Scicli in pochi mesi, ha scritto una poesia dedicata alla città. Dopo aver assistito alla sacra rappresentazione della rievocazione del miracolo della discesa di Maria Santissima in soccorso della popolazione di Scicli nella pugna fra normanni e saraceni, ha scritto alcuni versi.
Il titolo della poesia, che nei giorni scorsi il cantautore Giovanni Caccamo ha musicato e cantato per la prima volta davanti al pubblico nella chiesa del Carmine, è “Ti Amo”.
Ecco il testo:
Ti amo, canto scatenato e casto
della Madonna miliziana e pura
che per amore scarta la paura.
Ti amo, mondo appassionato e vasto
che con i semi del perdono impasto
sotto il carrubo dove la verzura
cede il posto al deserto e alla sventura.
Ti amo, Dio barocco che contrasto
solo con il pensiero che ci sia
una luce più forte della mia
che porta a Scicli quel che s’è perduto
sul pianeta ingolfato. Ti amo, spia
delle madonne, per la gelosia
che sta al balcone in un silenzio astuto.
La protagonista del sonetto è la Madonna delle Milizie di Scicli, la Madonna a cavallo, che scende dal cielo per amore della città. Isgrò, famoso per aver realizzato grandi sculture raffiguranti semi, ha pensato di ricordare il seme del carrubo, tanto noto nel territorio. Qui il verde e la luce sono rigogliosi e accecanti, a dispetto di un mondo ingolfato in cui siccità e sventura hanno la meglio. Isgrò conclude con l’immagine della gelosia delle finestre da cui le donne spiano la città in un silenzio astuto.
Perchè Giovanni Caccamo musica e canta Isgrò?
“Rappresenta un’amicizia, uno scambio artistico sinestetico tra la poesia e l’arte di Emilio Isgrò e la musica – ci ha raccontato – la canzone è nata in volo pochi giorni fa ed oggi per la prima volta l’abbiamo consegnata alla collettività come simbolo di arte, di bellezza e di amicizia. Viviamo in un territorio straordinario che deve essere stimolo per tutti noi. Spesso solo allontanandoci ci si rende conto della grandezza del patrimonio che custodiamo e che dobbiamo sempre salvaguardare”.
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