FIAMME A POZZALLO IN UNA SPECIE DI DISCARICA A CIELO APERTO

 

Il servizio raccolta rifiuti, lo ripetiamo da tempo, non funziona. Le strade sono sporche, le zone periferiche lasciate in totale abbandono. Indecoroso lo spettacolo di spazzatura accumulata in uno spazio di viale Australia. Così da mesi. Mani incivili di persone che, in verità, non si ha alcun interesse ad identificare, visto che le operazioni di “conferimento” si svolgono a tutte le ore, depositano da quelle parti cartoni, mobili, poltrone, materassi, rifiuti speciali. Oltre, naturalmente, a sacchi colmi di spazzatura. E chi dovrebbe fermarli? Mai una contravvenzione. Mai una. Alla fine è successo quello che i residenti della zona temevano si verificasse: un “incendio purificatore”.  Le fiamme, appiccate per stupidità, atto delinquenziale o rabbia, hanno creato una situazione di pubblica emergenza. Tant’è che, oltre ai carabinieri che hanno dirottato il traffico automobilistico nelle vie vicine, sono dovuti intervenire i vigili del fuoco del distaccamento di Modica. L’incendio ha fatto saltare in aria anche un vecchio frigorifero e attaccato un centenario albero di carrubo, silente e impotente testimone di quella vergognosa discarica a cielo aperto. Il sindaco a mezzo comunicato stampa ha condannato l’atto incivile, ribadendo le responsabilità della Geoambiente. Ma occorre fare di più. Quando c’è di mezzo l’igiene pubblica ed un servizio assolutamente precario che, oltretutto, incide fortemente sulle tasche dei cittadini, le risposte formali non bastano. Da qui al 16 gennaio, quando il Tar di Catania si pronuncerà sul ricorso presentato dalla Geoambiente,  nella speranza che tutto vada bene per il Comune,  mancano 15 giorni. Troppi per chiedere ai contribuenti di continuare a vivere in una situazione ambientale non più sostenibile.

 

 

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