FERMATI ALTRI DUE SCAFISTI A POZZALLO, UN TUNISINO ED UN MAROCCHINO


 


 

 

I migranti: “ci tenevano chiusi in stiva, quando ci siamo resi conto che potevamo morire perché l’aria dentro era irrespirabile e caldissima, abbiamo sfondato la botola ed è entrato l’ossigeno”.

Il capitano reo confesso: “al mio rientro i libici mi hanno promesso 2.500 dollari”.

La Squadra Mobile di Ragusa sta continuando le indagini su un gommone con 114 persone a bordo soccorso unitamente ai 350 migranti.

 

96 gli scafisti individuati nel 2015, 200 nel 2014.

 

Oltre 400 i migranti trasferiti dal C.P.S.A di Pozzallo ad altre strutture della penisola.

Tra i migranti numerosi cittadini del nord Africa che saranno respinti per ordine del Questore di Ragusa.

 

Due le imbarcazioni salpate dalla Libia, una con 352 persone ed un’altra con 114. Gli investigatori hanno concluso le indagini sull’imbarcazione in legno ed oggi completeranno le attività di Polizia sul gommone.

Al termine della prima fase di indagini sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di SADOK Moktar, nato in Tunisia il 05.07.1980 e YOUSEF Mohamed, nato in Marocco il 19.01.1997, responsabili di aver condotto una fatiscente imbarcazione in legno con a bordo 350 migranti, tutti in pericolo di vita.

I responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, si associavano con altri soggetti presenti in Libia al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti da diversi paesi, in parte sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo ed altri subito trasferiti in centri presenti sulla penisola italiana.

 

MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE

 

Alle ore 08:40 del 24/08/2015 l’unità navale “U. DICIOTTI” CP941”, che aveva proceduto già al soccorso di un gommone con a bordo 114 migranti, procedeva in direzione un barcone in legno carico di migranti. Il predetto natante veniva raggiunto alle successive ore 11,15 ed immediatamente iniziavano le operazioni di soccorso che venivano completate alle ore 12.20 con il recupero di 352 migranti provenienti da Siria, Nord Africa e regioni Sub-Sahariane. Terminate le operazioni di imbarco la nave “U. DICIOTTI”, dirigeva la propria rotta verso il porto di Pozzallo dove giungeva alle ore 08.50 del 25 u.s. Si procedeva quindi allo sbarco di tutti i migranti e solo una parte degli stessi, in stragrande maggioranza originari di Marocco, Tunisia e Libia, veniva allocata presso l’annesso C.P.S.A., mentre gli altri venivano inviati in altri centri della penisola.

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di Ordine e Sicurezza Pubblica nei casi di sbarchi così numerosi sono particolarmente complesse. Alcuni dei migranti dovevano essere inviati subito in altri centri, altri permanere al C.P.S.A. per essere subito respinti ed altri ancora erano di interesse della Squadra Mobile in quanto scafisti o testimoni.

La Polizia di Stato ha coordinato le diverse entità che compongono la macchina organizzativa, al fine di prevedere per tempo l’impiego di risorse specializzate atte a sostenere le esigenze per lo sbarco.

Il Funzionario della Questura di Ragusa, dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dal CPSA ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti, complessivamente ieri sono state movimentate quasi 600 persone, tra chi è stato ospitato al C.P.S.A., chi è subito partito e chi è stato traferito.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e tanti minori alcuni in tenerissima età.

Alle procedure hanno partecipato tra altri 40 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse,  dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza più ospitali.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati centinaia di migranti approdati e oggi continueranno fino al termine delle procedure previste.

Parte dei migranti proveniente da regioni del nord Africa verranno respinti alla frontiera per ordine del Questore di Ragusa, così come previsto dalle norme contenute nel testo unico per l’immigrazione.

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione, della Guardia Costiera, di un’aliquota di Carabinieri ed una della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini questa notte, il tutto in meno di 18 ore.

Quando le navi soccorritrici portano in salvo più imbarcazioni, il lavoro per gli investigatori è sempre complicato in quanto bisogna prima distinguere i migranti per evento e poi iniziare le indagini.

In questa occasione le procedure sono state ancora più complicate visto che i migranti erano quasi 500 e per il 90% dovevano essere subito trasferiti in altri centri, considerato che il C.P.S.A. era ancora affollato da migranti provenienti da altri sbarchi dei giorni scorsi.

Nonostante tutto gli investigatori della Polizia sono riusciti ad individuare i migranti anche grazie all’ottima collaborazione che esiste da sempre con la Guardia Costiera.

Già appena saliti a bordo i poliziotti individuavano i sospettati e grazie agli interpreti, con qualche notizia fatta in confidenza, anche i testimoni.

Dopo ore di tentativi anche uno dei due scafisti ha confessato di essere proprio il timoniere, diversamente l’altro componente dell’equipaggio, nonostante venisse indicato dai testimoni, ha cercato di sviare le indagini asserendo di non aver alcuna responsabilità e di aver solo aiutato il timoniere a svuotare la barca dall’acqua di mare entrata che stava pregiudicando la navigabilità del già fatiscente natante.

Grazie ai migranti ed all’ottimo lavoro degli investigatori e degli interpreti è stato possibile raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei due magrebini.

I migranti oltre a descrivere ed indicare, riconoscendo in foto i due scafisti, hanno riferito di essere stati chiusi in stiva in oltre 200, mentre gli altri erano sopra coperta. Quando la mancanza d’aria stava iniziando a far svenire qualcuno e gli altri ancora in forze hanno compreso che potevano morire, hanno sfondato la botola che era stata chiusa proprio per non farli salire sopra coperta. Solo in quel momento, riferiscono i migranti, hanno ripreso a respirare e nessuno è stato più male come prima.

Lo scafista ha inoltre confessato che gli accordi con i libici erano quelli di ricevere denaro pari a 2.500 dollari al suo rientro dopo che le autorità italiane lo avrebbero respinto in Tunisia.

Al termine degli accertamenti di Polizia Giudiziaria gli scafisti sono stati condotti in carcere mentre i testimoni sono stati messi in strutture protette in attesa della loro partecipazione al processo.

Le indagini della Polizia di Stato continueranno oggi per addivenire all’identità degli scafisti del gommone anch’esso soccorso ieri dalla Guardia Costiera.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanna inflitte dell’Autorità Giudiziaria e già passate in giudicato.

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA

 

Nel 2015 sono 96 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 199 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

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