FACCE FEROCI A RAGUSA MA FACCE DOCILI A PALERMO

Ho ricevuto una sua missiva con associato fac simile di Leontini, fino a casa mia, non senza sorpresa e rammarico, sorpresa perché è la prima volta che si rivolge a al sottoscritto, rammarico per il motivo per cui si rivolge al sottoscritto. Mi permetto di rispondere alla sua accorata lettera che ha pensato di scrivere a me come a tanti altri colleghi medici e dipendenti di ogni ordine e grado dell’ASP 7 di Ragusa, sottolineando “le magnifiche sorti e progressive” dell’azienda sanitaria iblea quando per anni è stato lei a dirigerla.

Io che da più di vent’anni, ormai, svolgo la mia professione di medico all’interno dell’azienda sanitaria iblea e ho vissuto le contraddizioni e le arretratezze dovute ad una gestione della sanità completamente asservita al potere e spartita e lottizzata tra i vari potenti di turno a cominciare dal suo mentore, l’ex assessore regionale alla sanità e dominus per molti anni della sanità ragusana, Leontini per continuare con Drago, Ragusa, Minardo, Incardona, non dimenticando Battaglia, Zago, Ammatuna e Di Giacomo. Io posso ben dire che sulla Sanità in provincia di Ragusa sono stati loro che hanno sempre avuto mano libera e qui a Ragusa hanno fatto la faccia feroce e digrignato i denti cercando di dimostrare, battendosi come leoni, che avevano a cuore le sorti degli ospedali e dei servizi sanitari a Vittoria, a Scicli, a Comiso, a Modica, a Ragusa e la faccia docile dimostrando, imbelli come cagnolini, di avere a cuore solo il mantenimento delle loro posizioni personali a Palermo dove hanno votato i provvedimenti del governo Lombardo e dell’assessore Russo senza alcun tentennamento.  Ricordo quando facevano finta di non sapere che il piano di rientro avrebbe comportato i conseguenti tagli ai posti letto o che non erano a conoscenza che il decreto dell’assessore Russo ricalcava l’atto aziendale dell’ASP 7 mandato a Palermo a parte la “svista” sulla direzione sanitaria del presidio ospedaliero di Vittoria. E hanno continuato per anni a sostenere che il problema della salute dei cittadini stava tutto nella difesa dei campanili fomentando comitati di difesa di ospedali indifendibili e pericolosi per la salute dei cittadini, e non in una migliore organizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali.

Io ritengo che  LA SALUTE E’ UN BENE PUBBLICO, la nostra Costituzione definisce la salute un diritto individuale e collettivo,  perciò essa va tutelata dalle istituzioni pubbliche e proprio per questo le proposte e le priorità che ritengo utili a livello regionale sono state e sono: Destinare risorse e personale per qualificare i servizi sanitari di prevenzione. Dare alle ASP mezzi e personale per controllare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, in particolare nei cantieri. Coordinare il lavoro dei servizi di igiene pubblica con quello delle Agenzie Regionali per la tutela ambientale per proporre piani di risanamento del territorio e controllare meglio le fonti di inquinamento. Valorizzare il ruolo dei Comuni nelle scelte di politica sanitaria. Promuovere strumenti di informazione per permettere la partecipazione dei cittadini alle scelte organizzative dei servizi e per stimolare una cultura della salute che richiami la responsabilità di tutti. Rendere accessibili a tutti i servizi sanitari (anche agli immigrati clandestini) rendendoli completamente gratuiti (no ai ticket sulle prestazioni diagnostiche) e collocandoli sul territorio in modo che siano facilmente raggiungibili. Rete Ospedaliera  qualificata con strutture specialistiche che permettano a tutti coloro che ne avessero bisogno di accedere alle tecniche diagnostiche e terapeutiche più avanzate. Moltiplicare sul territorio strutture capaci di rispondere alle patologie più diffuse con una rete di servizi capaci di dare risposte diagnostiche e terapeutiche in tempi brevi senza costringere il paziente a peregrinare da un luogo all’altro. Fare in modo che i medici e i pediatri di famiglia, gli specialisti ospedalieri e ambulatoriali siano  attori della gestione dei servizi territoriali e non semplici ordinatori della spesa sanitaria. Eliminare la precarietà dei rapporti di lavoro per tutte le professioni sanitarie per garantire la qualificazione e la professionalità degli operatori. Estendere la rete dei servizi per le emergenze ( PS, 118). Estendere e qualificare la rete dei servizi oncologici, dalla prevenzione alla terapia, alla gestione della fase terminale della malattia, con attenzione particolare ai centri contro il dolore per rendere accessibile a tutti il diritto a non soffrire inutilmente. Garantire l’accesso alle tecnologie più avanzate per la procreazione assistita. Rispettare la libertà delle donne di interrompere una gravidanza indesiderata senza subire inutili sofferenze e umiliazioni. Solo tenendo conto dell’insieme delle proposte qui elencate sarà possibile ridurre le liste d’attesa attraverso un equilibrio tra domanda e offerta.  Mi dispiace avvocato Manno non mi ha convinto, io voto un tecnico vero, un  mio collega il Dott. Mustile della lista Fava, penso che lui sia in grado di portare avanti le proposte sopra elencate.

 

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