Eolico in mare, la Sicilia potrà dire la sua: ma vogliamo davvero un tramonto tra le pale?

Una vittoria per l’autonomia, ma anche una riflessione necessaria sul futuro del nostro paesaggio. Con l’approvazione definitiva al Senato del “decreto bollette”, le Regioni costiere – Sicilia in testa – potranno finalmente esprimere un parere preventivo nella procedura per l’autorizzazione dei parchi eolici marini galleggianti, i cosiddetti impianti offshore.

A comunicarlo è il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che aveva portato avanti una battaglia solitaria: la Sicilia è stata l’unica Regione ad aver impugnato davanti alla Corte Costituzionale il decreto legislativo 190 del 2024, che escludeva del tutto le Regioni dai procedimenti autorizzativi statali.

«Siamo soddisfatti – commenta Schifani – per la modifica di una norma che violava l’autonomia sancita dallo Statuto speciale della Sicilia. Il coinvolgimento di territori e categorie produttive è essenziale per una pianificazione condivisa e sostenibile».

Il presidente ringrazia il ministro Pichetto Fratin, che aveva incontrato nelle scorse settimane per spiegare le ragioni della Sicilia, in particolare la tutela delle attività legate alla pesca, uno dei pilastri dell’economia costiera.

Un successo, dunque. Ma adesso, con la possibilità di incidere concretamente su progetti già in itinere anche nella provincia di Ragusa, si apre un’altra domanda, più sottile ma cruciale: è questo il futuro che immaginiamo per le nostre coste?

Eolico offshore significa energia pulita, sostenibilità, transizione green. Ma significa anche installazioni galleggianti, pali e strutture visibili a chilometri dalla riva. Il rischio non è solo tecnico o economico, ma paesaggistico: ci stiamo forse avviando verso un tramonto sul mare in cui l’orizzonte sarà interrotto da torri eoliche?

In territori come il Ragusano, dove la bellezza del litorale è da sempre una delle principali attrattive per turismo e qualità della vita, la questione va posta con attenzione. Si può coniugare sviluppo sostenibile e tutela del paesaggio? Forse sì, ad esempio prevedendo che i parchi eolici vengano installati più distanti dalla costa, minimizzando l’impatto visivo senza rinunciare all’obiettivo ecologico.

Insomma, l’eolico in mare non va demonizzato, ma neanche accolto senza riserve. Ora che la Sicilia ha ottenuto il diritto di parola, è il momento di usarlo con visione e responsabilità. Perché un tramonto sul mare deve poter restare un’esperienza libera e limpida, anche nel futuro delle rinnovabili.

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