ENRIQUE PARDO CI PARLA DEL SUO “TEATRO COREOGRAFICO”

Oggi  si chiude nella casa di campagna in contrada “Minciucci” di Modica il workshop Ballava la terra uno stage condotto da Enrique Pardo. “Un lavoro intenso, ludico, a volte tragico e crudele, che ha in sé un rapporto adulto verso l’emozione” afferma Marcello Cappelli organizzatore dello stage. Ne abbiamo incontrato il responsabile Enrique Pardo al quale abbiamo chiesto il senso del suo lavoro: “ da anni mi occupo di mitologia e di emozioni”- risponde il direttore, fondatore e co-direttore di Pantheatre con Linda Wise. Pantheatre ha sede a Parigi e a Chateau de Malerargues, Centro Roy Hart (nel Sud della Francia).  È stata la prima compagnia indipendente ad emergere dal Roy Hart Theatre-  “Nella mia esperienza l’importanza della mitologia va oltre l’uso letterario delle figure e delle storie mitologiche; il mito si riferisce ad una dimensione culturale dell’immagine e dà luogo al teatro a cui io ho dato il nome di teatro coreografico”. Ma cosa si intende per Teatro Coreografico? “con questa definizione intendo far esplodere l’interpretazione dei testi, incorporandoli nelle maglie coreografiche: il linguaggio si trasforma in una componente poetica dell’immagine e non è più il sovrano teatrale. L’illustrazione lascia via libera al paradosso. I testi si mostrano con nuove versioni, compresi sovversione e perversione. Il corpo è imbrigliato in immagini complesse, mentre la voce raccoglie ed esprime l’emozione”. Sembra di capire che la voce gioca un ruolo preciso:“esplorare la propria voce, i suoi margini di possibilità richiede non soltanto un impegno attento e considerato, ma anche un certo coraggio emotivo e immaginativo. L’esplorazione della voce potrebbe essere lunare, lirica o deliziosamente triste. Potrebbe far arrivare fantasmi inaspettati e ricordi (“Ricordo quella voce !”), incontri emozionanti (“Non ho mai pensato che avrei potuto emettere quel suono!) oppure spaventare (“Mi sono cosi spaventato ad arrivare fino a quel punto…”). In sintesi: ad ogni persona e ad ogni luogo la propria immaginazione e musicalità”.  Inizia la sessione e ci fermiamo da spettatori per cercare di capire in che modo come dice pardo far esplodere l’interpretazione dei testi, incorporandoli nelle maglie coreografiche. In gruppi di quattro gli attori danno il via ad una operazione in cui un attore racconta una storia seguendo però i movimenti di un altro attore. Ciò che arriva allo spettatore è una voce che si muove attraverso i movimenti di un gruppo. Non più una relazione a due attore spettatore ma un movimento di relazioni. Certamente un’ esperienza ricca che non lascia posto all’individuo ma che concentra la sua forza sulla coralità, sulla coreografia e sulla voce. Lo stage si è concluso con un incontro aperto al pubblico tenuto da Pardo che ha avuto per titolo “le mitologie delle emozioni” domenica sera alle 21 nella sede degli stages. (Marcella Burderi)

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