E SE MODICA RITORNA…

Così recita un detto popolare, a contrappeso dell’altro speculare “Ragusa è provincia e Modica….”.

Noi non ci facciamo affascinare troppo dai detti popolari, che nonostante contengano una parte di verità hanno di solito il difetto di essere virati piuttosto sul volgare, basandosi troppo spesso su stereotipi.

Ma, diciamocelo, Modica è ritornata da tempo. E a Ragusa non è rimasto altro che continuare a recitare quel detto, rassegnata e infelice.

Perché Modica è fiera. Della sua tradizione ma anche della sua anima popolare, che non ha mai avuto lo stesso sentimento di inferiorità rispetto all’aristocrazia locale come invece l’ha avuta Ragusa.

I programmi estivi dei festival e delle rassegne e degli eventi culturali stanno lì a dimostrarlo: poesia, arte, cinema, teatro, musica, persino filosofia. La città d’estate è viva, produce pensiero, macina godimento. Marina di Modica è solo una parte della sua vita e neanche tanto significativa.

Ragusa è tutta nel suo quartiere storico e nella sua frazione balneare: ma niente che somigli ad una programmazione culturale ed artistica degna di nota. In estate, il gap fra le due comunità sembra farsi implacabile.

Una serata a Modica, d’estate, significa tornare a casa pieni: prima una pizza al corso o una cenetta tradizionale a Modica Alta, poi uno spettacolo a Cava di Pietra Franco (così per dire…..), poi una passeggiata al corso  o seduti a uno dei numerosi bar a gustare un buon gelato. Che cosa pensate che dia, alla fine del giro, il senso archiviabile al tutto? Ma la parte mediana della serata!, è ovvio, quella dello spettacolo, senza il quale potremmo restarcene a Ibla o a Mazzarelli, cenando e leccando gelati ma senza una seria possibilità di riempire il tempo intermedio se  non con un’altra cena e un altro gelato e così via e così via….

Ieri sera a Modica Alta, programma delle “contaminazioni” inserito nel programma più vasto di “Modica miete culture”: al piano il grande Danilo Rea, uno dei più significativi jazzisti italiani ed europei, ad affiancarlo la soprano Silvia Colombini; l’esperimento è quello di proporre un repertorio prevalentemente cinematografico facendo interagire i due linguaggi della lirica e del jazz (e anche molto altro). Non sempre riuscito, ma ne avessimo di serate così!

Inaudito per Ragusa, dove possiamo sperare solo che oltre a Gianna Nannini al Teatro Tenda d’estate facciano venire, che so?, Giorgia (che sarebbe già il massimo) o Biagio Antonacci (che sarebbe il minimo….).

Non sono convinto che la differenza la facciano le amministrazioni locali. Credo che sia proprio una diversa antropologia.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it