E’ PROBABILMENTE RUMENA LA DONNA SENZA NOME

 Ancora senza identità il cadavere della donna ritrovata nei pressi dello stadio a Santa Croce Camerina, anche se adesso dopo le indagini dei carabinieri si apre un piccolo spiraglio. Ora i militari della Compagnia CC di Ragusa hanno un nome di battesimo di una donna rumena e sanno che essa ha due figli in Italia, uno in provincia di Ragusa e l’altro al nord. I militari stanno setacciando tutte le denunce di smarrimento di documenti presentate in provincia nei primi mesi del 2013. Vogliono scoprire il nome della denunciante al fine di rintracciare il figlio o i figli in Italia o tramite Interpool qualche parente in Romania al fine di comparare il DNA con quello del cadavere, sepolto senza identità presso il cimitero di Santa Croce Camerina. Se il cromosoma X del DNA dei figli della scomparsa dovesse coincidere con uno dei cromosomi del cadavere sepolto a Santa Croce, finalmente avremmo la certezza assoluta su chi fosse in vita la donna.

 Ricordiamo che l’autopsia, condotta in condizioni difficilissime a causa dell’avanzato stato di decomposizione del corpo, aveva permesso di capire che ci si trovava in presenza di una donna e non di un uomo come inizialmente s’era ipotizzato tratti in inganno dal tipo di abbigliamento di cui la defunta era vestita. Le radiografie e l’esame autoptico non avevano mostrato fratture ossee ma è stato impossibile stabilire se vi fossero state lesioni da punta e da taglio sul corpo poiché esso era in alcuni punti ormai talmente decomposto da non poter svolgere alcun accertamento. Si è ancora in attesa dei risultati sull’esame tossicologico, nel frattempo è stato ascoltato un agricoltore di Santa Croce Camerina, con azienda agricola non molto distante al luogo di rinvenimento, che poteva aver dato lavoro alla donna. Di qui, sono risaliti a due fratelli rumeni, entrambi agricoltori e residenti ad Acate, che avevano avuto diretta conoscenza di una donna che attualmente è irreperibile. Peraltro uno dei due fratelli aveva acquistato un telefonino e un contratto di telefonia mobile per questa donna, anch’essa bracciante agricola, poiché aveva perso il telefonino. Infatti il telefonino rinvenuto accanto al cadavere è intestato al quarantacinquenne rumeno che sta aiutando i carabinieri di Ragusa a ricostruire l’intera vicenda. La donna aveva smarrito la borsetta contenente i documenti d’identità e il telefono cellulare e il conterraneo collega di lavoro l’aveva aiutata acquistando per lei un telefonino nuovo presso un negozio di Vittoria.

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it