E le impanatiglie modicane diventano un gelato. Alla carne! Turisti ne vanno matti. Da Casalindolci

Un dolce gelato… al carne. Anche se naturalmente il gusto della carne, come accade già per il tradizionale dolce, non si sente per nulla. A Modica le famosissime impanatiglie, in dialetto mpanatigghi, diventano un gelato da assaporare in coppetta o sul cono. L’idea è dello chef Andrea Iurato di Casalindolci, che dopo lo storico punto vendita di Modica Alta, da qualche mese ha aperto anche un secondo punto vendita a Modica Bassa, in corso Umberto, tra il Teatro Garibaldi e la chiesa di San Pietro. Ed proprio li che la tradizione diventa innovazione.

E così le impanatiglie, dolce della tradizione modicana realizzate da biscotto, cacao e una modesta quantità di carne tritata, sono state trasformate in buonissimo gelato. Un gelato… alla carne… anche se il sapore prevalente è naturalmente quello del cacao-ciccolato e del biscotto, proprio come accade per l’originale biscotto.

Il gelato e l’idea di Iurato
Ma come si prepara? L’abbiamo chiesto proprio a Iurato: “Il gelato riprende l’esatta trasformazione da biscotto a gelato, riprendendo oltre al latte, la panna e gli addensanti carrube e guar, mantenendo tutti gli ingredienti della mpanatigghia tradizionale modicana. E’ un successo, piace tantissimo ai turisti ma anche ai modicani e agli iblei che vengono a trovarci sempre più numerosi anche nel nostro secondo punto vendita che si trova in corso Umberto e dove è possibile trovare tutta la gamma della nostra produzione, dal cioccolato di Modica ai biscotti, appunto al gelato e alle nostre ormai famose torte come quella alla pera e cioccolato, divenuto per molti, e di questo ne siamo felici, un must della domenica o per ricorrenze o cene tra amici”.

La tradizione
Le “’mpanatigghi” sono biscotti simili ad un piccolo panzerotto a forma di semiluna, ripieni di mandorle, cioccolato, cannella e carne di manzo finemente tritata. Ad esse sono legati curiosi aneddoti. Si narra che nacquero per mano delle suore di un monastero le quali, forse impietosite per le fatiche dei confratelli predicatori che giravano fra i vari conventi in periodo quaresimale, nascosero della carne tritata tra il pesto di mandorle e il cioccolato, il cui consumo era consentito anche in periodo di digiuno. Un modo per dare loro maggiore energia. Altri invece sostengono che la preparazione di questo dolce fosse legata all’utilizzo di carne di selvaggina durante i periodi di sovrabbondante caccia.

Per saperne di più 
https://www.scoprimodica.it/modica/la-dolceria-modicana/

 

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