Don Umberto Bonincontro: “Ho avvertito io i parrocchiani dei vaccini in più”

Strascichi di poolemica aleggiano ancora sulla vicenda dei vaccini somministrati con il passaparola a Scicli. La notizia di Don Umberto Bonincontro, il quale ha dichiarato in un servizio andato in onda su Video Mediterraneo di essere stato uno dei vaccinati  con il passaparola a Scicli, è detonata ieri nel tardo pomeriggio.

Ma don Bonincontro, sacerdote modicano ultraottantenne con patologie pregresse, non si è limitato a dire questo: nella medesima intervista, infatti, ha spiegato che è stato lui a dire ad alcuni parrocchiani che c’era questa possibilità di vaccinarsi grazie a delle dosi in esubero.

Ma Bonincontro non si è vaccinato il 6 gennaio, il giorno in cui si è creata la ressa davanti all’RSA, ma il 5. Il 5, dunque, qualcuno lo ha avvisato che si era creata questa possibilità. Durante le messe del mattino del 6, lui stesso avvisa alcuni parrocchiani di questa opportunità e infatti anche il dottor Claudio Caruso, il responsabile dei vaccini a Scicli (al momento sospeso da questo incarico relativo alle vaccinazioni) ha dichiarato che quel giorno vi erano pochi sciclitani e molti modicani davanti alla porta dell’RSA in attesa di vaccinazione.

Per Don Bonincontro, il quale ammette candidamente di essere stato probabilmente lui il fautore di questo passaparola, non c’era nulla di male in tutto ciò: “Non ho visto nessuna drammaticità in questa vicenda”, dichiara ai microfoni di Video Mediterraneo. A chiamarlo, pare sia stato un amico che lavora come amministrativo nel team di vaccinazione a Scicli.

Ma la “vaccinopoli” non si è scatenata solo a Scicli: arrivano storie simili dalla Puglia, dall’Emilia Romagna e da Petralia Soprana.

 

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