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Dissesto a Modica. Silenzi, commenti e fantasmi: la città giudica e l’ex Sindaco Ruta sbotta sui social
01 Feb 2025 16:57
Dopo la lunga seduta del Consiglio comunale di Modica del 30 gennaio, tacciono al momento tutti i protagonisti, più o meno soddisfatti, di quell’appuntamento che ha segnato la storia della nostra città. Mormora, e in alcuni casi urla, invece, la città. Continuano ad aleggiare alcuni fantasmi.
La brillante idea della presidente del Consiglio comunale, Maria Cristina Minardo, di inaugurare proprio in quella seduta il sistema messo a punto dal Comune per le dirette streaming – con l’obiettivo di riportare la città a essere partecipe, come un tempo, delle sedute del Consiglio comunale – ha avuto un tempismo perfetto.Migliaia di cittadini hanno seguito i lavori d’aula e hanno potuto finalmente farsi una loro personale idea del livello della civica assise, senza la mediazione di quei giornalisti locali “sconsiderati” , accusati di mistificare la realtà scegliendo, a loro piacimento, chi siano i buoni e chi i cattivi. E così, parafrasando una celebre espressione, della fiaba di Andersen ” i vestiti nuovi dell’imperatore” “il re è nudo”.
Ad oggi, non sappiamo cosa stia avvenendo nelle stanze del potere. I ben informati suggeriscono che l’ex sindaco Abbate, dopo l’ufficializzazione del divorzio politico in aula e la rimozione della immagine del Sindaco Monisteri, dalla segreteria politica di Abbate,( le cui immagini stanno facendo il giro del web con le consequenziali ed immaginabili ilarità della rete) lo stesso pare stia affinando le armi per rendere impossibile la vita amministrativa alla sua ex delfina, Maria Monisteri. Quest’ultima – senza più la pressione della dichiarazione di dissesto e quelle politiche di Abbate – starebbe studiando la strategia per contrastare l’ira “abbatiana”, che si abbatterà, presumibilmente, con tutta la forza possibile sulla sua amministrazione. In questo contesto, la sindaca sembra intenzionata a ripensare nuovi rapporti ed equilibri con le forze politiche e associative della città ed aprirsi ad un nuovo dialogo, inclusivo e distensivo. Sono, insomma, giorni cruciali per capire cosa accadrà nell’immediato futuro. Quel che sembra sempre certo, come avevamo già anticipato, è il rimpasto in giunta che dovrebbe passare da un totale azzeramento della stessa.
Intanto, non mancano i commenti dei cittadini, sia comuni che ex protagonisti della scena politica locale. Tra questi, spicca l’ex sindaco di Modica, l’avv. Carmelo Ruta, che in un post su Facebook non le manda certo a dire. Ruta critica aspramente chi lo ha citato in aula aggiungendo il “suo” aggettivo a quello del sindaco Monisteri ormai divenuto una sorta di “cult” che ha definito “vili” tutti i consiglieri che hanno abbandonato l’aula al momento del voto e si sono astenuti. Scrive Camelo Ruta:“Mi hanno riferito che ieri sera, in Consiglio Comunale, uno sprovveduto Consigliere Comunale (si fa per dire) avrebbe sproloquiato di fatti riferibili al periodo della mia amministrazione (cioè di 23 anni fa) nel tentativo di giustificare il suo padrone. Non entro nel merito dei fatti riferiti, palesemente falsi. Mi limito solo a dire che chi parla di altri in loro assenza, e peraltro in un pubblico consesso dove, anche se presente, non avrebbe potuto replicare per stigmatizzare e provare la falsità, è un miserabile quaquaraquà!”
A Ruta fa eco il prof. Giovanni Di Rosa, che afferma: *“Un dibattito opaco, in cui si è cercato di tenere sul vago o nascoste le responsabilità del disastro finanziario, puntando tutto sulla necessità della ripartenza (…). Se si eccettua la consigliera Ivana Castello – alla quale bisogna dare atto di aver fatto un intervento chiaro, eloquente ed efficace – nessuno degli intervenuti ha osato criticare il sistema di potere che ha condotto la città verso il baratro finanziario, il cui peso ricadrà sui cittadini (…). Benché criticato, nessuno però ha osato pronunciare invano il nome di Ignazio Abbate, che aleggiava come un fantasma in Aula, riverenti e riconoscenti quasi tutti. Patetici sono apparsi poi i distinguo, le contorsioni, i farfugliamenti, le difese aperte o velate dei fedelissimi di Abbate, che sembrano vivere beatamente in epoca preilluminista, quando uomini e donne non erano ancora usciti dallo stato di minorità, ossia dall’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro. In particolare, due di loro – un consigliere e una consigliera, forse per rispetto della parità di genere – sono apparsi particolarmente agitati, quasi eccitati nell’argomentare che l’accumulo dei debiti del Comune di Modica risalirebbe fino alle amministrazioni di trent’anni fa e non, invece, all’ultimo decennio, sostenendo che il dissesto si potesse ancora evitare. Una indegna chiamata di correo: tutti responsabili, nessuno responsabile. Resta da capire perché non abbiano incluso anche gli 80 anni del dopoguerra. Infine, dei 12 fedelissimi di Abbate, al momento della votazione, otto hanno abbandonato l’Aula e quattro si sono astenuti. Il che significa che Abbate e i suoi potranno raccontare che, da un lato, non hanno votato il dissesto, scaricando la responsabilità sulla Sindaca, sul suo gruppo e sull’opposizione e, dall’altro, che ne hanno permesso l’approvazione. Miseri calcoli di sopravvivenza politica. È auspicabile che le forze sane e libere della politica, della cultura, dell’imprenditoria e dell’associazionismo aprano un confronto costruttivo sul risanamento, sulla gestione del presente e sulla programmazione del futuro della nostra città.”*
Commenta anche l’ex assessore Franco Militello, che in un video si chiede a quale senso di responsabilità si riferissero i consiglieri comunali che hanno abbandonato l’aula e gli altri che si sono astenuti, definendoli irresponsabili.
Sarebbe impossibile riportare in questo breve articolo tutti gli altri commenti e quelli della gente comune, che sui social si sono moltiplicati in toni e sfumature diverse. Tendenzialmente, molti cittadini, pur tra critiche e perplessità, sembrano sostenere la scelta della Monisteri. Ciò che salta subito all’occhio è il grande errore strategico nella scelta dei consiglieri vicini all’On. Abbate di affrontare l’aula in quel modo. Se è comprensibile il loro risicatissimo spazio di manovra politica in una seduta così complessa, appare meno giustificabile l’atteggiamento tenuto in aula. Rinunciando ad affrontare (forse per mancanza in molti di essi di una approfondita preparazione sulla materia) la delibera di dissesto dal punto di vista tecnico e a discutere sulle reali cause, sempre tecniche, del dissesto – che, per certi versi, potrebbero trovare una residua e davvero marginale giustificazione nella pressoché inesistente attività di riscossione e nell’evasione dei tributi da parte di molti concittadini – si sono ritrovati a percorrere un sentiero scosceso, pieno di trappole e insidie, nelle quali sono caduti in pieno.
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