COSTOSO, CONSERVATORE, SENZA ANIMA

Anche il terzo circolo del Partito Democratico, quello in cui militano i due consiglieri comunali Giorgio Massari e Mario D’Asta, esprime un totale dissenso nei confronti del bilancio di previsione 2013 presentato al Consiglio Comunale per l’approvazione.

Lo fa dopo una riunione in cui, collegialmente, si è cercato di capire i principi ispiratori della manovra: ne è venuto fuori un giudizio totalmente negativo, che si va ad affiancare a quelli delle altre opposizioni che, tutte, sotto diverse sfaccettature, hanno criticato l’atto.

E’ il coordinatore del circolo, Vito Piruzza, a illustrare il perché del giudizio negativo con un sintetico ma esaustivo documento che riportiamo integralmente:

 

“I dati che i consiglieri hanno presentato ci consegna un bilancio costoso, conservatore, senz’anima.

Costoso perché le entrate tributarie del bilancio in discussione aumentano di  quasi 14.mln di  euro,   rispetto al bilancio 2012,  e sono pagate per oltre 7 mln attraverso l’aumento dell’IMU (che, ricordiamo, non pesa solo sulla seconda casa, ma su negozi e botteghe, magazzini e locali di deposito, laboratori artigianali , rimesse, autorimesse), e per 2mln e 500mila euro attraverso l’aumento della Tares che  per una famiglia di quattro componenti comporterà un esborso in più di circa 120 euro e per una famiglia con cinque componenti di circa 180 euro.

Complessivamente al netto dei minori trasferimenti da Stato e Regione, le entrate aumenteranno di circa 11.500.000.

Conservatore: che cosa vuol fare il sindaco con un bilancio che complessivamente registra 132mln di entrate? Dalla relazione previsionale e programmatica non si evince molto, dalla lettura delle varie voci in uscita si capisce che si vuole mantenere l’esistente; un bilancio che si muove sul già visto e sulle orme delle amministrazioni precedenti, ma che non riesce a conservare neppure tanto bene. Infatti se guardiamo le previsioni di spesa, il settore della pubblica istruzione diminuisce di quasi 700mila euro passando da 5mln dell’esercizio precedente ai 4.354.000 del presente bilancio; le spese relative alla cultura e ai beni culturali diminuiscono di 160mila euro, le spese nel settore sociale( proprio in un momento in cui il sistema di welfare locale andrebbe potenziato per far fronte alle aumentate difficoltà delle famiglie ragusane) diminuiscono di 1mln di euro, come pure diminuisce di 800mila euro la spesa in campo economico a sostegno dell’agricoltura, del commercio, dell’artigianato.

Conservatore dunque dell’esistente, ma neanche pienamente.

Senz’anima: un bilancio che non mostra una linea di sviluppo per la nostra città, che rimanda, anche per voce di esponenti della maggioranza, ad altri momenti la formalizzazione della loro “vera” proposta programmatica. Noi chiaramente non siamo disponibili ad aspettare, perché sappiamo che mentre si aspetta le nostre città bruciano.

Francamente ci aspettavamo molto di più e molto meglio, da un’amministrazione cui la città aveva affidato un chiaro mandato di cambiamento e di rottura con il passato!

Non siamo pregiudizialmente contrari all’aumento delle imposte, quando queste si rivelano necessarie per assicurare i servizi per i cittadini, ma in un momento di profonda crisi economica, quando tutti gli indicatori economici evidenziano la drammaticità della situazione della nostra comunità, avremmo ritenuto opportuno il differimento a tempi migliori di alcune spese per investimenti (che pure siamo consapevoli che vadano effettuate) per evitare almeno l’aumento delle imposte per le categorie produttive più esposte alla crisi (commercianti e artigiani innanzitutto) e comunque riteniamo assolutamente necessario indirizzare la spesa verso una maggiore attenzione per i servizi alle persone e i servizi sociali che rappresentano l’unico appiglio per le fasce svantaggiate della nostra comunità.

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