COSA CI LEGA? Ci LEGA SOLO IL DENARO!
16 Set 2015 05:29
Dopo la attenzione avuta dagli organizzatori del premio “Ragusani nel fondo”, che assurge sempre di più a momento di vera riflessione della nostra comunità che ancora ha voglia di indignarsi, noi del “Comitato per la riforma e la sospensione della aste giudiziarie” vogliamo ancora di più analizzare cosa vi è dietro tale criticità. Ovvero non solo il momento della espropriazione immobiliare, ma cosa contribuisce a porre fuori da ogni possibilità di poter accedere all’acquisto della casa.
Parliamo in questo caso del contorto sistema delle “cooperative edilizie” o complessi edilizi denominati di “edilizia popolare”. Del nome “cooperative” e “popolari” rimane ben poco o quasi nulla, visto che i prezzi sono da centri di residenziali di città quali Milano o Roma, ma ciò che ancor di più inquieta è il fatto che queste cosiddette cooperative nascono nel chiuso degli uffici delle più grandi organizzazioni cooperativistiche, sotto la direzione, molto personalistica, dei funzionari delle stesse. I primi membri di tali cooperative sono per lo più delle teste di legno che danno il proprio nominativo per connivenze diverse, che dopo aver beneficiato del finanziamento per l’insediamento edilizio retrocedono per dare spazio ad altri, il tutto gestito da funzionari delle stesse che avviano vere e proprie trattative per consentire l’ingresso in tale cooperativa. Questo ovviamente sulla base di lauti compensi che non figurano, meccanismo che fa lievitare i prezzi e determina un mercato inquinato con le conseguenze che conosciamo.
Hanno smarrito il vero senso del metodo cooperativistico, e questo è sotto gli occhi di tutti basti guardare i quadri dirigenziali di tali organizzazioni nelle quali figurano soggetti che hanno visto fallire con la loro gestione le più grosse realtà cooperativistiche della nostra provincia ed invero sono stati promossi. Come si fa a spiegare tutto ciò ad un agricoltore di Vittoria o di Scicli la cui cooperativa è fallita che hanno la casa o l’azienda all’asta per non aver potuto pagare la rata del mutuo e vedono l’artefice del fallimento della propria cooperativa fresco e sorridente voler sottindentere, “IO SONO IO E TU NON SEI UN CAZZO”, e dall’altra parte vedersi ricordare dall’ufficiale giudiziario che viviamo in uno stato di diritto.
O perchè no del produttore del latte che chiede spiegazioni perchè lui, pur lavorando dalla mattina alla sera, vede la sua azienda all’asta e la cooperativa fallire ed i tecnocrati della stessa trovare subito occupazioni da primato.
Il malcostume regna sovrano nel mondo cooperativistico ed è uno dei freni al rilancio economico, infatti altro non sono che delle società a fini di lucro che con artifici giuridici agiscono con benefici fiscali creando una sleale concorrenza. Ciò non costituisca motivo di attacco alla “mission” delle cooperative vere che ci sono e funzionano, ma motivo di riflessione sul mercato immobiliare che di fatto è reso inaccessibile in considerazione della distorta condotta delle “cooperative edilizie”.