COME SEMPRE, SI DECIDERÀ TUTTO A PALERMO?

Nello squallore delle macerie ancora fumanti della politica ragusana non si intravedono reperti che possano ricondurre all’identificazione di un responsabile unico del disastro, sembra piuttosto il lavoro di una setta che ha deciso di autoeliminarsi, dando segnali inequivocabili al primo turno,  ma prolungando l’esito di quindici giorni per aver modo di flagellarsi in un ultima estrema manifestazione di autoeliminazione.

Si spera solo che qualcuno non pensi di rientrare sulla scena, incurante dello choc subito che, di certo, lo avrà reso inabile alla politica senza diritto di revisione.

Inevitabile, per sfuggire alla desolazione di una vasta area senza vita, rivolgersi alla politica regionale, anche perché da lontano possono arrivare, e stanno già arrivando, segnali che incuriosiscono.

Già nella serata di lunedì veniva fuori il commento ai risultati da parte di Lumia, senatore del Megafono, che invece di una analisi globale, rivolta naturalmente alle realtà dove il centro sinistra aveva vinto, preferiva soffermarsi sui risultati elettorali di Messina e Ragusa, quelli dove la batosta per il centro sinistra era stata epocale. Il tono del commento era tale da indurre un quotidiano palermitano on line a parlare di un salto mortale con avvitamento che l’esponente del Megafono avrebbe fatto in un contesto dominato dal “vizietto” di salire sul carro del vincitore, per la dichiarazione: “Il cambiamento guidato da Rosario Crocetta riscuote consensi in molte realtà dell’Isola e anche dove ci sono state difficoltà, come a Ragusa e Messina, hanno prevalso dei candidati espressione di una cultura progressista affine a quella del presidente Crocetta e al modello Sicilia”. “Questo risultato – aggiunge – incoraggia le forze della rivoluzione moderna e democratica a stare insieme, per promuovere una politica di grandi innovazioni, carica di legalità e sviluppo”.

Per entrambi i casi, anche da parte del segretario regionale, nessun accenno ai due candidati pesantemente scaricati dalla coalizione di appartenenza, nessuna ammissione di colpa. Il che favorirà gli atteggiamenti di quanti, accusati di aver remato contro, potranno ridarsi una verginità spacciandosi per esorcisti che hanno estirpato il male che si insinuava nel DNA della specie.

Stesso copione per Crocetta che, reduce dalla missione romana in cui era andato ad offrire il Megafono a Letta, per una Federazione con il PD, forte dei risultati del primo turno, esordisce con una musica del tutto diversa dopo i ballottaggi: “Una cosa è certa, con le elezioni amministrative è cambiato il panorama politico della Sicilia. Di quella Sicilia che era un feudo del centro destra e adesso vede tante nuove amministrazioni comunali di centro sinistra insediarsi per ricominciare un nuovo percorso, un cammino di riscatto”.

Subito il cambio di tono: “Considero enormemente positivo, non solo il risultato dei comuni dove hanno vinto candidati del centro sinistra, ma anche il dato che viene fori a Ragusa e Messina, laddove a vincere sono sindaci espressione dei movimenti”.

I partiti, senza distinzione, sarebbero “vecchia politica” e aggiunge : “Tutto ciò deve fare riflettere la vecchia politica, laddove il centro sinistra ha perso è soltanto perché i nostri candidati non sono apparsi come interpreti della domanda di cambiamento. Dobbiamo partire necessariamente da questo se vogliamo cogliere il vento di rinnovamento che c’è in Sicilia. Il governo regionale collaborerà con tutti i sindaci eletti e augura a tutti loro buon lavoro, poiché in democrazia si rispettano i risultati elettorali”.

Arriva anche la stoccata per il PD, con parole che, almeno, lasciano sorpresi: “Sono felice per l’esito delle elezioni a Ragusa e Messina. (!?!)  Lì il centrosinistra ha perso perché non è stato capace di ascoltare la gente”.

Si attribuisce il merito, che difficilmente gli si può contestare, del cambiamento: “Tutto ciò – dice – era impensabile fino a pochi mesi fa, nessuno avrebbe scommesso nulla sul possibile cambiamento. Invece

sono stati eletti giovani e donne in tutta la Sicilia. Le donne sono state grandi protagoniste della campagna di rinnovamento grazie alla legge sul doppio voto di genere”.

“Considero enormemente positivo non solo il risultato dei comuni dove hanno vinto candidati del centro sinistra, ma anche il dato che viene fori a Ragusa e Messina, laddove a vincere sono sindaci espressione dei movimenti”.

Negando ogni eventualità di rimpasto, Crocetta chiude con l’impegno a  collaborare con tutti i sindaci eletti, poiché in democrazia si rispettano i risultati elettorali.

Il disastro di Ragusa ha accresciuto di molto il successo del Movimento 5 Stelle che, per bocca del suo capogruppo all’Assemblea Regionale può inneggiare al trionfo, sia pure limitatamente ad una sola città, ancorché capoluogo ma di una provincia che non c’è più.

Arrivano segnali chiari e inequivocabili sulle scelte che saranno fatte: secondo quanto detto in una intervista a livesicilia.it si conta sulla maggioranza acquisita in consiglio comunale ma si vuole avviare un percorso con Movimento Città e Partecipiamo, lasciando, comunque, ai ragazzi del M5S di Ragusa la scelta di quali forze coinvolgere e come.

In ogni caso, saranno esclusi accordi con partiti, quindi un chiaro benservito alla Destra e a Sinistra Ecologia e Libertà, di cui hanno accettato gli inviti e le indicazioni per il voto ma non eventuali possibilità di collaborazione.

Occorrerà verificare, anche in questo caso, se l’autonomia decisionale dei ragusani potrà modificare queste indicazioni del leader regionali, già abbastanza permissive rispetto ai diktat di Grillo.

Per il resto la retorica disponibilità di accettare proposte anche dalla opposizione, (ma quale sarebbe ?),che, si spera, come sempre, sia efficace e costruttiva.

Cancelleri parla anche di un confronto telefonico con Nello Di Pasquale e di questo non ci resta che attendere notizie dal diretto interessato.

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