CITTADINO O AMICO?

Domenica prossima si voterà per l’elezione del sindaco e dei consiglieri comunali. Dovremo scegliere tra 3 candidati a sindaco e centinaia di candidati al consiglio comunale.

 

Il numero veramente spropositato di liste e di candidati fa sì che ogni famiglia abbia almeno un parente o un amico candidato e che pretende il voto da parenti e amici. Del resto, si dice, non trattandosi di elezioni politiche, si può decidere mettendo da parte le nostre consuete idee politiche.

In effetti non si tratta di elezioni politiche ma di elezioni amministrative. Si tratta cioè di scegliere chi, per i prossimi anni, amministrerà la nostra città, deciderà come spendere i nostri soldi, quali servizi dare ai cittadini.

Tutti gli elettori hanno a disposizione due sistemi per scegliere i candidati cui dare il voto: comportarsi da amico oppure da cittadino.

Chi si comporta da amico darà i suoi voti al parente, all’amico o all’amico dell’amico. Avrà fatto una cortesia e, chissà, domani la cortesia potrà essere ricambiata. Una scelta del genere potrà essere vantaggiosa per chi la fa (a condizione di fare la scelta vincente perché, in caso contrario, si sarà totalmente esclusi dai benefici del potere). E’ una scelta che premia il clientelismo, la corruzione, e che impoverisce la città perché gli amministratori che scelgono un sistema clientelare non guardano al bene della collettività ma ai vantaggi dei propri amici. E’ una politica miope, che prescinde dalla solidarietà, dalla progettualità, dalla costruzione del futuro, per la gestione del presente. Portata alle estreme conseguenze, è l’impostazione su cui si basa l’esistenza della mafia, regolata non da norme giuridiche ma da interessi di appartenenza ad una “famiglia”.

“Cittadino”, nel vocabolario, è chi appartiene a una comunità politica e per tale sua condizione è soggetto a particolari doveri e gode di determinati diritti. Nell’antica Roma essere cittadino (cives) era un privilegio di pochi, molto ambito dagli esclusi. Oggi che la cittadinanza è uno status che appartiene a tutti, sembra spesso che ciò interessi a pochi e che, invece, specie nel meridione, si vada appresso alla conquista di piccoli privilegi.

Una società civile, ma anche moderna e prospera, è una società che favorisce la crescita civile e sociale di tutti i propri cittadini e da questi viene ricambiata con una collaborazione reciproca.

Chi si comporta da cittadino vota un progetto che ritiene giusto per la cittadinanza, indipendentemente dai rapporti personali che l’elettore ha con il promotore dello stesso. Naturalmente voterà non solo il progetto che giudica positivo ma anche quello che ritiene che sarà ragionevolmente realizzato da chi lo propone. Il risultato di una tale politica è che tali progetti hanno respiro generale, e quindi le loro ricadute sono a vantaggio della comunità, ma anche che comportano un taglio solidale a vantaggio dei componenti più deboli. Una amministrazione eletta da “cittadini” garantisce diritti ed esige doveri, non dispensa favori. Il cittadino non potrà pretendere “cortesie” ma potrà sempre far valere i suoi diritti e dovrà adempiere i suoi doveri.

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