CASO CAMPO A VITTORIA

VITTORIA – A seguito della lettera aperta inviata ai vertici dell’Emaia da parte del signor Campo, un imprenditore che attende il saldo per i lavori eseguiti 5 anni orsono all’interno della struttura, è intervenuto il consigliere comunale Giovanni Moscato.

“La storia del signor Campo, un imprenditore vittoriese al quale va tutta la nostra solidarietà e comprensione, è il paradigma della becera gestione del potere da parte del Partito Democratico. Un partito che in 10 anni ha accumulato debiti su debiti nella gestione Emaia distruggendo, di fatto, quello che era il fiore all’occhiello della città. Lo abbiamo evidenziato più volte nel corso degli anni e a luglio, con una serie di slide, abbiamo realizzato un’operazione verità sul bilancio dell’Emaia per smentire le frottole propinate dal sindaco”.

“Abbiamo ripetutamente denunciato gli oltre 3 milioni di euro di debiti accumulati dagli uomini di punta del Pd, gli stessi uomini – come l’attuale presidente del consiglio comunale Salvatore Di Falco – che non sono riusciti a gestire un patrimonio di Vittoria calpestando i cittadini. Proprio nel periodo della presidenza dell’ente di Di Falco il signor Campo, nel 2010, ha eseguito lavori per 130mila euro esponendosi con le banche certo di un pronto pagamento”.

“Purtroppo il signor Campo – così come tanti altri figli di questa città che quotidianamente vengono umiliati perché non portano un cognome altisonante o perché non sono amici degli amici – non sapeva che a Vittoria esistono cittadini di serie A e di serie B. Infatti il progettista di quei lavori per il padiglione B, la sala convegni e l’area ristoro è stato subito pagato mentre l’imprenditore, dopo essersi esposto con le banche e un’ingiunzione di pagamento, sta ancora aspettando dopo cinque anni”.

“Questo è l’ennesimo schiaffo ai cittadini dato con arroganza e disprezzo che getta nel discredito più totale le istituzioni cittadine. Perché a Vittoria si può lavorare solo se si ha un determinato cognome o se si fa parte di un cerchio magico. Così quando i nostri imprenditori falliscono, i nostri figli sono costretti a emigrare, la nostra città precipita nel degrado si saprà chi ha contribuito al disastro. Privilegiare solo determinate persone per un viscido calcolo di potere gettando migliaia di cittadini vittoriesi nel dimenticatoio è stato il modello di un partito che di democratico non ha nulla”.

“Deve finire il modello di governo che vige a Vittoria da quasi 40 anni: solo chi ha la tessera di partito in tasca o fa parte delle grazie del sindaco può lavorare. Gli altri che non sono in questa logica vengono sistematicamente umiliati”.

“La gestione commissariale dell’Emaia, alla quale noi avevamo plaudito, stava iniziando un percorso di risanamento dei conti e aveva incardinato un piano di rientro. Ma gli scopi elettoralistici di un sindaco in crisi di consenso hanno fatto bruscamente interrompere il commissariamento facendo divenire Salvatore Tolomeo presidente dell’Emaia”.

“Il nuovo corso Emaia si vanta di contratti milionari per l’ultima edizione con cifre intorno ai 500mila euro, come ha dichiarato alla stampa, perché non provvede immediatamente a saldare il lavoro del signor Campo e dei tanti altri imprenditori che da anni attendono di essere pagati?”.

“Invece Tolomeo si limita a fissare un incontro con l’imprenditore. Il tempo delle parole è finito e servono fatti. Lo stesso presidente dell’Emaia quando da privato imprenditore dello spettacolo ha organizzato eventi per il Comune è stato immediatamente pagato. Si metta nei panni di un padre di famiglia che attende da anni il dovuto. Spero vivamente che la vicenda si risolva rapidamente: il potere feudale del Pd con i cortigiani privilegiati è il prodotto di dieci anni di mala amministrazione Nicosia”

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