CAPANNONE IN VIA LA PIRA. UN NUOVO SUPERMERCATO DOVE CE NE SONO GIA’ ALTRI DUE

Da circa un mese sono tanti i ragusani che si chiedono cosa si stia costruendo in via La Pira, a costeggiare la grande rotatoria che porta in via Fieramosca, quartiere Pianetti.

Da un lato è sorto nell’arco di pochi giorni un grande capannone. Dalla parte opposta non si capisce ancora molto, essendo i lavori iniziati da poco.

Ma siccome sono entrambi lavori evidentemente privati, vanno liscio che è un piacere, e a vista d’occhio, letteralmente, si vedono gli enormi sviluppi.

Procedendo in direzione via Fieramosca, alla sinistra si nota il grande capannone, al quale, mentre scriviamo (cioè il 16 giugno 2012) mancano soltanto alcuni dettagli per dirsi completo. Si tratta, abbiamo scoperto, del capannone che ospiterà un nuovo punto vendita, insomma un supermercato di una grande catena specializzata nella distribuzione. Alla destra si notano invece i lavori di scavo e realizzazione delle fondazioni di quella che sarà, ci dicono gli esperti, una stazione di servizio per il rifornimento dei carburanti.

Quindi strutture produttive, aperte alla fruizione pubblica, che creeranno posti di lavoro (oltre a quelli che hanno già creato nel comparto edilizio per la loro realizzazione). Tutto vero. E però, ci sono alcuni però, che cogliamo anche noi che tutto siamo fuorché esperti (di economia, di sociologia, di urbanistica, di politica, insomma di tutto). Però ci si chiede perché costruire proprio in quel punto. Posto che chi investe qualche milioncino di euro per costruire strutture così imponenti non lo farà se non dopo aver sondato il mercato, chiesto informazioni, preso giuste garanzie. Insomma, chi ha costruito investendo i propri soldi lo fa perché è certo (o quasi certo) di un ritorno economico nel tempo, il minore possibile (vale per il supermercato e anche per la stazione di servizio). Posto altresì che si tratta di costruzioni utili, ci si chiede però quanta clientela possa avere un supermercato che si propone su una strada dove altri due colossi della grande distribuzione sono da anni operativi (noi speriamo tanta clientela, per loro e per gli altri supermercati, oltre ai tanti piccoli punti vendita negli immediati dintorni, via Lombardia, via Piemonte et cetera, perché questo vorrebbe dire lavoro, consumo, economia florida, forse finalmente fuori dalla tremenda crisi attuale).

E infine, dato per certo che si tratta di costruzioni totalmente a posto con tutte le autorizzazioni e licenze del caso, ci poniamo un quesito tanto ovvio quanto importante: ma per forza in quel posto si doveva costruire? Ci poniamo il quesito perché per fare posto al capannone e alla stazione di servizio abbiamo consumato l’ennesima bella fetta di fertilissimo terreno agricolo; perché gli spazi verdi all’interno della cinta urbana sono ancora più preziosi e lo saranno sempre di più nel breve e medio periodo, perché sono tantissimi i capannoni abbandonati e/o mai utilizzati nella zona artigianale e in quella industriale (distanti rispettivamente poche centinaia di metri e un paio di chilometri dalla via La Pira), e infine perché ci mettiamo nei panni di chi ha speso, magari solo l’anno scorso, qualche centinaia di migliaia di euro per “farsi” la bella villetta mono-familiare e adesso si ritrova davanti al proprio giardinetto qualche migliaio di metri cubi di lastre in grigio cemento prefabbricato. Al Comune, quando si rilasciano le concessioni edilizie, ragionano tenendo presenti questi nostri perché? E non certo perché sono nostri, ma perché sono validi.

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