Cani, tasse e civiltà: a Ragusa arriva un’idea che unisce amore per gli animali e buon senso

Di fronte al crescente problema del randagismo a Ragusa viene avanzata una proposta concreta che potrebbe cambiare la narrazione e l’approccio stesso alla questione: un bonus sulla TARI per chi adotta un cane dal canile sanitario. Una misura che sembra :semplice e soprattutto realizzabile con impatti sociali ed economici positivi.

Ad avanzarla il Partito democratico che parte un dato che molti cittadini vivono sulla propria pelle: “La presenza massiccia di cani randagi in alcune aree della città – spiegano dalla segreteria – smentisce i toni trionfalistici dell’amministrazione Cassì, che sembra minimizzare un problema tutt’altro che risolto”. Le zone citate – come l’area del Centro Commerciale Ibleo, la Zona Artigianale e via Ettore Fieramosca – sono, secondo i dem, emblematiche di una gestione inefficace. Al di là del confronto politico, la proposta del bonus TARI si staglia come un tentativo serio di invertire la rotta. L’idea è chiara: incentivare economicamente i cittadini che adottano un cane, offrendo uno sconto sulla tassa dei rifiuti. Un beneficio tangibile, che mira a spingere più famiglie a scegliere l’adozione invece dell’acquisto, innescando un circolo virtuoso che alleggerisce i canili, riduce le spese pubbliche e dà una casa a cani che altrimenti vivrebbero tra le grate. C’è, inoltre, un altro aspetto spesso trascurato: la crescente moda – sociale e, talvolta, estetica – di acquistare animali d’affezione, dimenticando che ogni cucciolo in vendita corrisponde spesso a un cane in canile che continua a soffrire. “In una città da 70 mila abitanti – sottolineano i democratici – i numeri delle adozioni attuali sono ancora troppo bassi”. Eppure, l’effetto domino è evidente: più adozioni significano meno costi per il trasferimento in altre strutture, meno sovraffollamento nei canili e più fondi liberi da reinvestire in campagne di sensibilizzazione serie, continuative, incisive. “Non è il momento dei toni autocelebrativi – conclude la nota – ma delle azioni vere”.

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