CAMERE DI COMMERCIO ED ECONOMIA PROVINCIALE DI RAGUSA

 La paventata riforma delle Camere di Commercio rischia di abbattersi come un uragano sull’economia provinciale”: non usa mezzi termini il presidente di pmiRagusa Roberto Biscotto in riferimento al decreto del Governo Renzi che, tra le altre cose, prevede la riduzione del 50% del diritto camerale dovuto dalle imprese alle CCIAA e l’accorpamento di tutte le Camere in un unico organismo regionale.

Sulla riduzione del diritto camerale – prosegue Biscotto – siamo sostanzialmente d’accordo perché le imprese fruiranno di un beneficio tangibile considerato l’attuale momento di difficoltà.  Quello che invece non condividiamo affatto è  l’ipotesi di accorpare tutte le CCIAA in un unico ente camerale regionale. Un’ipotesi questa che, se attuata, spoglierebbe i territori di una rappresentanza vitale per i rispettivi tessuti economici in quanto verrebbe meno quel sistema di autogoverno per il sostegno e lo sviluppo delle imprese legate ad un determinato territorio. La creazione di un’unica Camera di Commercio regionale, inoltre, non affronta il problema reale dato da inefficienze e incidenze di costi fuori standard che sono responsabilità degli amministratori. Il recupero di un principio di responsabilità nella gestione è oggi decisivo e permette di intervenire efficacemente per ricreare l’utilità sociale degli enti. L’accorpamento regionale confonde questa responsabilità e costringe gli enti virtuosi ad accollarsi inefficienze degli altri senza alcuna possibilità di governo e di cambiamento reale. L’attuale sistema delle Camere di Commercio – afferma ancora il presidente di pmiRagusa – rivela luci ed ombre che vanno adeguatamente valutate per comprendere i passi necessari per salvaguardare il sistema. Guardando le esperienze territoriali delle varie camere e confrontandosi con i giudizi degli imprenditori, la situazione risulta estremamente variegata. Da una parte ci sono esperienze virtuose riconosciute dagli imprenditori che si sentono adeguatamente supportati nella sfida competitiva dei mercati e che si vedono adeguatamente rappresentati nei luoghi delle interlocuzioni istituzionali per la definizione delle politiche territoriali, dall’altra sono presenti chiari esempi di autoreferenzialità associativa e personale che non producono valore per i territori di riferimento, in quanto i costi di gestione degli enti assorbono le risorse date dal sistema delle imprese attraverso il diritto camerale. Apprezziamo lo sforzo del premier Renzi di rivedere i costi della pubblica amministrazione – conclude Biscotto – ma nello stesso tempo auspico che il Governo riconsideri questa riforma, valutando il danno che la stessa potrebbe comportare a lungo termine per l’intero Paese”.

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