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CACCIA AL GLUTINE
24 Dic 2014 09:56
Sulla rivista Nature Communications è stato pubblicato uno studio che descrive i risultati di una nuova tecnica messa a punto dai ricercatori del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), capace di rilevare anche le più piccole tracce di glutine negli alimenti.
Gli Autori spiegano: «La tecnica è basata sull’utilizzo dell’effetto piroelettrico, cioè la formazione temporanea di cariche elettriche di segno opposto, per accumulare su un supporto ad hoc molecole presenti in tracce, che divengono così rilevabili tramite uno strumento di lettura a scansione, ad esempio uno scanner in fluorescenza».
«Immaginando le proteine di gliadina, principali componenti del glutine, come delle piccole lampadine disperse in un liquido, il nostro metodo riesce ad accumularle su una superficie micrometrica (1 millesimo di millimetro), centuplicando il livello di luce rilevabile rispetto a quanto avviene con un dispensatore convenzionale».
L’applicazione a livello della produzione e della filiera alimentare «potrebbe essere di grande aiuto nella produzione di alimenti etichettati ‘gluten free’ per rilevare tracce minime di contaminazione non rilevabili con tecniche tradizionali, ma la cui ingestione può comportare danni anche gravi al soggetto celiaco».
«I risultati ottenuti con la nuova tecnica presentano una sensibilità di rilevazione pari a 0.005 parti per milione (ppm) di gliadine, principali proteine responsabili della celiachia, rispetto ai 0.3 ppm delle migliori tecniche reperibili in commercio, ovvero con un miglioramento di circa cento volte».
Questa metodologia sarà in grado quindi di rendere più sicura l’alimentazione dei pazienti affetti da celiachia.
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