Blocco autotrasporto siciliano, on. Dipasquale: “Ben venga la protesta, ma si faccia a Palermo o a Roma”

“Condivido le motivazione che hanno portato alcuni autotrasportatori siciliani ad indire il fermo delle attività per protestare contro l’aumento dei prezzi in ogni ambito produttivo, danneggiando non solo il settore del trasporto su gomma, e mi schiero accanto a loro convinto, tuttavia, che esista il rischio concreto che questa azione di protesta, così gestita, possa causare danni all’agricoltura e alla zootecnia siciliane, senza ottenere gran che sul piano delle rivendicazioni”. Lo dichiara l’on. Nello Dipasquale, parlamentare regionale del Partito Democratico all’ARS, commentando la notizia dello sciopero proclamato dagli Autotrasportatori Siciliani Autonomi.


“Giusta la protesta – continua il parlamentare dem -però non bisogna bloccare le attività, ma spostarsi a Palermo con un presidio davanti a Palazzo d’Orléans, chiedendo con forza l’intervento del Presidente della Regione Siciliana perché si muova sui tavoli romani dove vengono decise le politiche economiche. Alternativamente bisogna pensare di spostarsi direttamente a Roma, sotto i palazzi di Governo per evitare conseguenze negative anche ad altri settori dell’economia siciliana che già affrontano una crisi durissima.

Temo, infatti, che il blocco dei trasporti possa tramutare la protesta in un danno per l’agricoltura e la zootecnia: ricordo che qualche anno fa, come immediata conseguenza a una protesta analoga, si ottenne solamente lo spreco di tutto il latte prodotto dalle aziende siciliane che non poteva essere trasportato e, quindi, fu buttato. La stessa sorte toccò a tutte le produzioni agricole che non venivano distribuite nei mercati. Tutto ciò a vantaggio di produzioni straniere che, nel frattempo, continuavano a essere consegnate indisturbate nei mercati. Per questo, a parer mio, è da coinvolgere il Governo Regionale”.


“Ben venga la protesta, io la sosterrò – conclude Dipasquale – ma si faccia attenzione a non trasformarla in una guerra tra poveri”.

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