È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
APPELLO DI LEGAMBIENTE AL GOVERNO LOMBARDO AFFINCHÉ EVITI DI LASCIARE ULTERIORI MACERIE
31 Mag 2012 20:22
Una società che si occupa di opere idrauliche e marittime, la SIDRA, dovrebbe realizzare tutti gli interventi necessari per mettere in sicurezza i tratti di costa siciliana in erosione. In cambio la Regione dovrebbe concedere in uso per 30 anni, estensibili a 50, il demanio marittimo sul quale un gruppo di società immobiliari e turistiche “interessate” a sostenere l’iniziativa della SIDRA potrebbero realizzare attività turistiche e commerciali di vario genere, dalla costruzione di nuovi porti ad aree commerciali passando per nuove strutture ricettive. Questa la proposta di project financing su cui da qualche mese starebbe lavorando la “cabina di regia” istituita dalla Presidenza della Regione siciliana.
“Se il progetto dovesse essere approvato – sottolinea Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente –, si potrebbe addirittura concedere a terzi la possibilità di realizzare stabilimenti balneari, incassando gli oneri concessori che attualmente incassa la Regione. In sostanza, per tutta la durata della concessione, il gruppo di società proponenti diventerebbe il proprietario di fatto della costa siciliana. E francamente, di tutto la Sicilia ha bisogno tranne che di fare un nuovo regalo alla speculazione edilizia, che è sempre stato un regalo all’illegalità”.
“La proposta, scandalosa ed incredibile, diventa ancora più inaccettabile – dichiara Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia – se si va a guardare il piano finanziario. Le opere di messa in sicurezza dall’erosione ammonterebbero, infatti, a 698 milioni di euro a fronte di un investimento totale di oltre 3 miliardi di euro (di cui la metà solo per costruire “Opere Turistiche-ricettive e commerciali”). Peccato però che il progetto preveda un cofinanziamento della Regione Siciliana del 20%, e cioè di oltre 600 milioni. Giusto l’ammontare del valore delle opere che dovrebbero servire a salvaguardare le nostre coste. Ma se la Regione dovesse nella sostanza pagare quasi per intero le opere di messa in sicurezza della costa, perché dovrebbe in cambio cedere per alcuni decenni la costa siciliana? È evidente – conclude Fontana – come si tratti solo di una gigantesca speculazione, una vera e propria svendita delle coste siciliane priva di qualunque ritorno economico per la Regione. Una speculazione che rischierebbe di devastare definitivamente un ecosistema già molto provato da decenni di abusivismo edilizio e d’infrastrutturazioni dissennate.
Facciamo appello al Governo, ormai agonizzante, perché eviti di lasciare dietro di sé ulteriori macerie”.
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