AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MODICA: VERIFICA DI LEGITTIMITÀ DI ALCUNE SPESE EFFETTUATE DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE NEI PRIMI OTTO MESI DEL 2014.

Gent.li Signori,

è con disappunto ma anche con un po’ d’irritazione che ho letto una dichiarazione dell’Assessore al bilancio del Comune di Modica, il dottore Vincenzo Giannone, a pagina 28 de La Sicilia di giovedì 21 agosto del corrente anno; vi si afferma, non riporto esattamente le parole ma il concetto adombrato, che se è vero che ci sono diverse leggi che vietano le spese non espressamente previste, e anche se il divieto vale per i comuni, come Modica, strutturalmente deficitari, un’Amministrazione che si attiene alla gestione dell’ordinario non amministra. La dichiarazione mi ha allarmata e indotta a scrivervi affinché vi esprimiate su talune spese che l’Amministrazione ha già effettuato, anche se le LL.SS. si sono già espresse (in via preventiva) su alcune analoghe relative all’estate modicana.

Premesso che, come codesto Collegio ha già sottolineato, esistono due specifici dettati normativi che così dispongono:

«Agli enti locali che presentino, nell’ultimo rendiconto deliberato, disavanzo di amministrazione ovvero indichino debiti fuori bilancio per i quali non sono stati validamente adottati i provvedimenti di cui all’articolo 193, è fatto divieto di assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti per legge» (articolo 191, comma 5, del Tuel);

«Il regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi può prevedere la costituzione di uffici posti alle dirette dipendenze del sindaco, (…) costituiti da dipendenti dell’ente, ovvero, salvo che per gli enti dissestati o strutturalmente deficitari, da collaboratori assunti con contratto a tempo determinato» (art. 90, comma 1 del Tuel);

esplicitato che il primo prevede due fattispecie, entrambe obbligatorie per l’Amministrazione modicana:

a) sono vietate le spese non espressamente previste per legge ove nell’ultimo rendiconto deliberato sussista un disavanzo di amministrazione. Il dottore Giannone osserva che il 2013 «si è chiuso con un avanzo di gestione corrente di oltre 7 milioni di euro», anche se subito dopo ammette che la somma è servita a coprire una quota del disavanzo complessivo ereditato dalle precedenti amministrazioni. Richiama un concetto formale, quello di bilancio in avanzo o in disavanzo e trascura, pur se non la richiama esplicitamente, la situazione di pre-dissesto economico in cui versa l’Amministrazione modicana.

Non ci vuole uno specialista americano per capire che il divieto è posto per creare le condizioni affinché si rientri nel più breve tempo possibile e, comunque, economizzando immediatamente e al massimo. Il massimo risparmio possibile è definito dall’obbligo di attenersi alle spese previste per legge. E’ ovvio, altresì, che se il rientro totale non avviene entro l’esercizio successivo, il divieto vigerà sino a quando non sarà conseguito. Diversamente la disposizione non avrebbe alcun senso. L’Assessore Giannone, quindi, piuttosto che escludere dal concetto di amministrazione gli interventi ordinari, dovrebbe attenersi ad essi, pagando, ad esempio, i consumi comunali di energia elettrica ed astenendosi dalle spese per divertimenti vari che, com’è noto, non solo non sono prescritti dal medico, ma sono vietati (per i comuni con deficit strutturale) dalle leggi. A Modica, invece, avviene il contrario, i consumi Enel (che ammontano ad 1.400.000,00 euro circa) non si pagano e si accantonano come debiti da trasmettere alle future amministrazioni (generazioni) e si spende per tutt’altro.

Con riferimento a questa parte mi rivolgo alle SS.LL. per sapere se il distinguo sostenuto dall’Assessore legittimi l’Amministrazione a compiere le spese che da qui a breve elencherò, oltre a quelle, beninteso, per le quali è stato già formulato un vostro giudizio (preventivo) negativo. La mia domanda, in altri termini, è la seguente: può ritenersi chiuso con avanzo di sette milioni il bilancio 2013 quando, ammesso e non concesso che tale avanzo resista ad un’analisi rigorosa delle entrate comunali, esiste un debito faraonico che potrà essere coperto si è no nei prossimi cinquant’anni e non certamente con amministrazioni allegre come quella impersonata dal sindaco Abbate? Va spiegato, dunque, all’Assessore che l’avanzo di un anno non può esimere un’amministrazione in pre-dissesto dal divieto di spendere per obiettivi non espressamente previsti dalle leggi»;

b) sono vietate tutte le spese non espressamente ammesse con legge ove nell’ultimo rendiconto deliberato siano indicati debiti fuori bilancio ancora privi del dovuto riconoscimento. Nel caso in esame, sussiste un enorme debito di alcuni milioni di euro verso il comune di Scicli; non è stato ancora portato in Consiglio per essere giuridicamente riconosciuto; è stato contratto per il conferimento di rifiuti solidi urbani presso la discarica di contrada S. Biagio; e, dulcis in fundo, è abbondantemente scaduto. Il Sindaco, ovviamente per motivi che sosterrà plausibili, non l’ha ancora pagato, ma sono pronta ad interrogarlo sulle ragioni di tanto ritardo, sopratutto se si tiene conto che il mutuo di 64 milioni di euro è stato interamente erogato e che il debito verso il Comune di Scicli dovrebbe essere riconosciuto, già quantificato e, per disposizione tassativa, pagato entro un mese dal ricevimento dell’ultima tranche del mutuo.

La disposizione ex articolo 90, comma 1, del Tuel, infine, fissa, in modo chiaro e netto, che gli uffici alle dipendenze del sindaco possono essere costituiti da dipendenti assunti con contratto a tempo determinato purché il comune non sia dissestato o strutturalmente deficitario. Anche qui, insomma, quello che ha fatto il sindaco, con l’assunzione dei signori Daniele Cilia e Veronica Puglisi, sembra chiaramente vietato e, in quanto vietato e compiuto, costituisce un illecito non soltanto amministrativo.

Il sistema adottato si può sintetizzare in quattro manovre:

–          mantenimento di alcuni debiti che per legge dovrebbero essere pagati (vedi il caso del comune di Scicli). Ovviamente se li ritroveranno a fine mandato i modicani;

–           costituzione di nuovi debiti (v. i mancati pagamenti ENEL);

–          accrescimento a dismisura delle spese vietate dalla legge;

–          accrescimento di imposte e tasse a carico dei cittadini perché in qualche modo ci si possa divertire (v. TASI, e imposizione forfettaria del canone idrico).

Il tutto, ovviamente, infiocchettato con la solita bugia che le imposte sono diminuite, che il sindaco gode di un bilancio attivo e che il sindaco è un mago perché, come il Padre Eterno, è riuscito, con cinque pani e due pesci, a sfamare cinquemila persone. Il problema è che alla fine del suo mandato ci troveremo a leccarci le ferite e a fare il conto di quanto sarà cresciuto il debito pro-capite dei cittadini di Modica.

 

In breve e concludo, chiedo alle SS.LL. di voler esprimere un parere sulla legittimità delle spese effettuate dall’Amministrazione a partire dal mese di gennaio, per un ammontare complessivo di 802.710,21 come in dettagliato nelle quattro tabelle allegate. Esso sarà da me utilizzato nelle sedi e per gli obiettivi che riterrò utili ai fini di una sana e legittima amministrazione della città. In tal senso la loro collaborazione è preziosa.

                                                            

Distintamente

                                                                                  Ivana Castello

                                                                           consigliere comunale

 

 

 

 

 

 

 

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