AEROPORTO DI COMISO: “ALL’AVITRU SCIANCU!” ORA TOCCA A INTERSAC

Dobbiamo mostrare soddisfazione per la firma del protocollo ma non  abbassare la guardia: adesso si entra veramente nella fase cruciale in cui tutto quello che si è detto e scritto dovrà essere contenuto nel decreto interministeriale d’apertura dell’aeroporto che sarà il vero atto cogente, giacché i protocolli sono dimostrazione d’intenti ma i decreti sono norme dello stato.

Del resto, devo manifestare la mia apprensione per l’accollo delle spese, perché temo in qualche colpo di coda romano e la partita non è ancora chiusa: spero vivamente di sbagliarmi e di essere clamorosamente smentito. Del resto lo sapremo fra otto settimane, il tempo che si è preso ENAC per predisporre il decreto che dovrà essere rifirmato da tutti, Regione Sicilia compresa.

“All’avitru sciancu”: ora tocca al socio privato farsi sentire, iniziare le operazioni d’avvio della struttura, essere pronto per la prossima primavera, non farci perdere un’altra preziosissima stagione, preziosissima sia per loro che per noi.

Ora, io mi rendo conto che le cose non sono ancora perfettamente a posto, che l’impianto non può essere consegnato se prima il decreto non è stato firmato, che i lavori non sono definitivamente completati e anche quando lo fossero  sono parzialmente difformi dal progetto. Come gli arredi, ad esempio, che non ci sono più: i soldi sono stati utilizzati per altre opere.

Tuttavia mi sento d’incoraggiare Intersac nel partire, perché la mia impressione è che se non s’inizia con le gare d’affidamento degli spazi, con la definizione di tutte le pendenze, con la selezione e l’addestramento del personale, con i contratti con le compagnie aeree, gestione dei parcheggi, etc…, si crea un vuoto temporale che qualcuno che non vuol bene all’aeroporto di Comiso e che pensa d’avere in tasca un altro gestore potrebbe utilizzare contro di esso, acclarando la tesi che personalmente ho sempre combattuto, cioè la diceria secondo cui ai “catanesi” di Comiso non gliene frega nulla, nonostante i soldi investiti.

E siccome questa diceria ha preso molto più piede di quello che sembri, anche in ambienti che contano, pur con tutte le cautele contrattuali, mi sento di dire che sarebbe opportuno partire sul serio, smentire i malpensanti e mettere in mora tutti.

Non è colpa di nessuno se siamo in Italia e per realizzare un grande progetto bisogna buttare il cuore oltre l’ostacolo: noi ci stiamo mettendo la faccia anche con iniziative clamorose che non erano nel nostro costume per aiutare il più possibile l’aeroporto e la sua società di gestione.

Ora, però, vogliamo essere aiutati in quest’ultimo anno durante il quale la signorile pazienza avuta fino a oggi da parte di Intersac non può bastare e, ripeto, potrebbe essere interpretata come disinteresse e inerzia. “Adelante con juicio”, come saggiamente diceva Manzoni, che non era un fesso. (l.s.)

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