A processo per abbandono di minore in concorso la madre naturale di Vittorio Fortunato

È finita a processo per abbandono di minore in concorso, la madre naturale del piccolo Vittorio Fortunato, il neonato per il quale venne inscenato dal padre naturale – già condannato per lo stesso reato a 2 anni in primo grado – il ritrovamento in via Saragat a Ragusa, davanti al suo esercizio commerciale. Il commerciante, quel 4 novembre del 2020, si era recato a Modica – raccontano le cronache – chiamato dalla ex compagna, con la quale ha già un’altra figlia: la donna aveva appena partorito un bimbo e lo aveva chiamato per chiedere aiuto.


PADRE NATURALE GIÀ CONDANNATO


Davanti al gup – al quale il difensore dell’uomo l’avvocato Michele Sbezzi aveva avanzato la richiesta di giudizio abbreviato condizionato all’audizione di un consulente che attestasse lo stato psichico del commerciante quando avvenne il fatto – una perizia di parte sostenne che il padre naturale del bambino aveva avuto un comportamento irrazionale, dettato da una momentanea incapacità di intendere e che la simulazione dell’abbandono del neonato sarebbe stata causata da uno squilibrio psichico dovuto allo stress dell’improvvisa rivelazione che quel neonato era suo figlio, circostanza appresa quando la ex compagna gli chiese aiuto. Un neonato mai di fatto abbandonato, secondo la linea di difesa dell’uomo che il giudice di primo grado però non ha accolto condannando l’uomo a 2 anni. La madre che ha sempre sostenuto di non avere mai voluto abbandonare quel piccolo è stata rinviata a giudizio con imputazione coatta, e il giudice ne aveva sottolineato il comportamento negligente; lei già madre, non poteva non conoscere i rischi di affidare un neonato ad altri invece che chiamare i soccorsi.


L’ADOTTABILITÀ DEL BAMBINO


Sulla vicenda si è innestata un’altra condizione. La madre naturale attraverso il suo legale, l’avvocato Angelo Iemmolo aveva chiesto l’annullamento della dichiarazione di adottabilità del piccolo e la Cassazione ha affermato l’errore del Tribunale dei minorenni che non avrebbe verificato, come di dovere, il fatto che quel bambino i genitori naturali li avesse, privando loro anche del diritto di “ravvedimento”. La donna dovrà essere messa in condizione di potere incontrare – con colloqui protetti – suo figlio, incontri che non sono stati ancora calendarizzati.
Veniamo al processo odierno. Come detto, l’accusa contestata alla donna, è abbandono di minore in concorso con l’ex compagno.


L’UDIENZA CONTRO LA MADRE


Nell’udienza odierna l’avvocato di parte civile, Emilio Cintolo, che tutela gli interessi del bimbo, ha chiesto la trascrizione di due intercettazioni raccolte in fase di indagine e che riguardano colloqui tra la donna e l’ex compagno e padre naturale del bambino. Presentate le liste testi di Pm, parte civile e difesa; tutti si sono riservati eventuali ulteriori produzioni documentali. Sono state calendarizzate le prossime udienze; la prima a giugno per conferire l’incarico per le trascrizioni richieste dalla parte civile e la seconda a settembre, in cui verranno sentiti i primi 8 testi della pubblica accusa. Il bambino ha compiuto già due anni e da 20 giorni dalla sua nascita vive con una famiglia non ragusana. Una situazione dolorosa da qualunque parte la si cerchi di esaminare, sia da quella dei genitori naturali, sia da quella dei genitori “affidatari”. Al centro c’è un piccolo bambino da proteggere.

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