A CAMEMI GLI ABITANTI PROVVEDONO IN PROPRIO ALLA SCERBATURA DELLA STRADA PROVINCIALE.

Caro direttore,

Quando gli Enti pubblici sono assenti il cittadino deve arrangiarsi, una caratteristica tutta italiana che in contrada Camemi sempre più spesso torna d’attualità. L’anno scorso si è dovuto attendere la cerimonia di commemorazione dei Caduti di contrada Camemi, con la deposizione delle corone di alloro sulla lapide posta in loro memoria sul bunker-monumento da parte del Comune di Ragusa e delle Associazioni Culturali Lamba Doria e HMW, nonché l’arrivo dei mezzi storici militari di quest’ultima Associazione, per assistere alla scerbatura lungo le banchine di quel tratto di S.P. 25. Lavori fatti in fretta e furia dopo uno scaricabarile sulla competenza tra Provincia Regionale e Comune, che stava per tradursi in una figuraccia per la città intera se non fosse stata ultimata in tempo utile per consentire la sosta della lunga colonna di trenta grossi mezzi militari storici condotti dai rispettivi proprietari-collezionisti venuti da tutta Italia. Anche quest’anno, già da qualche mese, si è puntualmente presentato il problema delle erbacce alte più di un metro e mezzo lungo la provinciale. Allora che fare? Aspettiamo la cerimonia del prossimo 10 luglio? No, a Camemi ci si è rimboccati le maniche e . . . chi fa da se fa per tre! Grazie all’altruismo, al senso civico e alla pazienza che lo contraddistinguono, il signor Occhipinti, titolare di una nota azienda agricola di luogo, ieri pomeriggio si è posto alla guida del proprio trattore ed ha reciso le erbacce lungo quelle centinaia di metri di banchina invase dal verde, che ormai aveva superato in altezza anche i grossi contenitori per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, ostruendo la visuale agli automobilisti. A Camemi si ricorre sempre più spesso all’arte di arrangiarsi e chissà che, prima o poi, chi vi abita non deciderà anche di acquistare dei lumi a gas da collocare lungo le strade interne del villaggio ancora sprovviste di impianto di pubblica illuminazione. Altro che Piano di Recupero Urbanistico, qui siamo ancora all’anno zero!

Letera firmata

 

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