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Nello sguardo dei bambini, la Sicilia che resta: presentato il libro postumo di Giuseppe Leone
18 Dic 2025 13:32
Ci sono fotografie che non raccontano soltanto ciò che è stato, ma ciò che continua a vivere. “Bambini”, il libro postumo di Giuseppe Leone, presentato questa mattina a Ragusa, appartiene a questa categoria rara: immagini che non si limitano a fissare un istante, ma che custodiscono un tempo interiore, fatto di stupore, libertà e innocenza.
Il volume, edito da Plumelia Edizioni e prodotto da Argo Software, raccoglie una selezione di scatti in bianco e nero dedicati all’infanzia, uno dei temi più intimi e ricorrenti nella ricerca del maestro ragusano, scomparso nel 2024. Attraverso i suoi bambini – colti mentre giocano per strada, corrono nelle piazze, si sfidano con sguardi curiosi e sorrisi improvvisi – Leone restituisce l’anima più autentica della Sicilia: una terra osservata non dall’alto, ma all’altezza degli occhi, con rispetto e partecipazione.
La maestria di Giuseppe Leone risiede proprio in questa capacità rara: fotografare senza interrompere, raccontare senza spiegare. I suoi bambini non posano, non recitano, non cercano l’obiettivo. Vivono. E in quella naturalezza assoluta – fatta di gesti semplici, di corpi in movimento, di giochi improvvisati tra pietra e polvere – emerge un mondo oggi quasi scomparso, ma ancora potentemente presente nella memoria collettiva. Un mondo in cui l’infanzia era esperienza condivisa, spazio aperto, comunità.
Le immagini di “Bambini” non sono nostalgiche, né idealizzate. Sono vere. Leone osserva l’infanzia come luogo di rivelazione, come specchio della società che cambia: dietro ogni gioco, ogni corsa, ogni sguardo, si intravede una Sicilia sospesa tra tradizione e modernità, tra ruralità e trasformazione. È in questa tensione silenziosa che la sua fotografia diventa racconto civile, documento poetico, archivio umano.
Quasi settant’anni di scatti fotografici
Il volume attraversa un arco temporale amplissimo e prezioso: dalle fotografie scattate alla fine degli anni Cinquanta fino a quelle realizzate nel marzo 2024, poco prima della scomparsa del maestro. Un vero excursus storico e artistico che consente di ripercorrere l’intera parabola creativa di Giuseppe Leone, mostrando l’evoluzione del suo sguardo senza mai tradirne l’essenza. Cambiano i volti, i luoghi, le epoche, ma resta intatta la sua capacità di cogliere l’infanzia come spazio di verità, di gioco e di libertà, rendendo questo volume non solo una raccolta tematica, ma una sintesi profonda di una vita dedicata alla fotografia.
Il volume è curato da Emanuela Alfano e Federica Siciliano, mentre all’incontro erano presenti anche i figli del maestro, Luca e Nicola Leone.
A moderare l’incontro è stato il giornalista Giorgio Liuzzo. La presentazione è stata affidata al prof. Lorenzo Lo Presti, presidente di Argo Software, che ha sottolineato il valore umano e culturale dell’opera di Leone e il senso di responsabilità nel pubblicare oggi un libro che rappresenta una vera eredità morale.
Numerosi e autorevoli gli interventi che hanno arricchito la mattinata: il prefetto di Ragusa Giuseppe Ranieri, la presidente del Libero Consorzio Comunale Maria Rita Schembari, il sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì, la dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Daniela Mercante e la dirigente tecnica dell’USR Sicilia Ornella Campo, che hanno evidenziato il valore educativo e identitario delle immagini di Leone, capaci di parlare anche alle nuove generazioni.
Sono intervenuti inoltre l’avv. Carmelo Rustico, presidente dell’associazione di promozione sociale “Giuseppe Leone”, e il sociologo Giovanni Iacono che è anche assessore del Comune di Ragusa, che ha letto il lavoro del fotografo come una forma di narrazione collettiva, capace di restituire dignità e centralità alle persone e ai luoghi.



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